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di VITANTONIO IACOVIELLO

Il 2 luglio 2015 pur non avendone titolo, ho avuto l’onore di essere invitato al corso di giornalismo ambientale promosso dal compianto Fausto Taverniti, Direttore della Rai Basilicata e da Aurelia Sole, Rettrice della Unibas, forse  in riconoscimento del mio appassionato impegno in campo ambientale. Esperienza umana e professionale indimenticabile, in compagnia di giornalisti affermati a livello nazionale e di giovani che man mano avrebbero poi spiccato il volo, grazie anche a Fausto. Tanti i nomi, meglio non farli per non correre il rischio di dimenticarne qualcuno. Intense interessantissime lezioni, incontri con responsabili politici e della società civile, dibattiti franchi e veri.

Spesso Fausto mi chiamava ad intervenire, riconoscendomi competenza nel campo, vicinanza ai problemi lucani e soprattutto nessuna soggezione nei confronti della politica. Ricordo la conferenza stampa di chiusura del corso, in un Hotel del centro di Matera. Al tavolo Taverniti con il presidente Pittella e l’assessore all’Ambiente Berlinguer. Entrambi in quel periodo sbandieravano sui media l’imminenza dell’approvazione del Piano paesaggistico, che sembrava già pronto all’epoca della presidenza di De Filippo. Ne scrivevo da tempo, ricordo una mia lettera aperta proprio a Berlinguer che, la mattina della pubblicazione dell’articolo mi sorprese chiamandomi  sul mio cellulare per rassicurarmi sui tempi.

Ero immerso in questi pensieri quando, ancora con mia sorpresa, Fausto mi invitò ad aprire la conferenza. Senza imbarazzo, lo ringraziai e chiesi a bruciapelo a Pittella e Berlinguer, in maniera provocatoria ma legittimamente, entro quanti giorni avrebbero approvato il Piano, visto che dicevano fosse pressocché pronto. Berlinguer imbarazzato, Pittella urtato da tanta impudenza rispose piccato… eh  giorni , magari ore! 

Domanda legittimamente provocatoria, ma la politica non si è lasciata provocare in questi anni, purtroppo. I fatti dicono che quel Piano, vitale per la Basilicata, quasi pronto nel 2012, quasi pronto nel 2015, quasi pronto nel 2022 con l’assessore Rosa, sembra essere in via di “ annacquamento” o  quasi “sepolto” con il Presidente Bardi e l’Assessore Latronico. Mi perdonino il presidente e l’assessore, sono solo mie sensazioni derivanti dalla mia esperienza piena di delusioni. Non sono certo accuse, mi scuso se ho dato questa impressione. No, solo, mi piacerebbe essere piacevolmente smentito dai fatti. Davvero, ritornare finalmente ad avere fiducia nella politica, nelle Istituzioni, nelle loro promesse, mi renderebbe felice ed orgoglioso  come cittadino lucano. Ma scrivo solo per inciso di questo.

Sono stato indotto a scrivere per dire la mia   sui cavalli  e sui fuochi per la festa della Bruna. Delle due feste alle quali sono stato invitato, fra i tantissimi piacevoli  ricordi, avverto ancora l’adrenalina dello strazzo e dello stare in mezzo ai cavalli, pervasi da ostentata fierezza, maffiosi, come mi dicevano da bambino. Mio padre Antonino allevava e addestrava cavalli, sono vissuto con loro. Il giorno della festa ero in mezzo a loro, 70enne incurante dei richiami di Fausto e degli amici  preoccupati per me. Non avvertivo pericolo e pericolo non ce n’era. Sono esseri, i cavalli, quei cavalli e quei cavalieri, che rappresentano una delle anime della festa. Non toccateli.

Vi confido un piccolo segreto, ma non ditelo a nessuno. Agli amici dissi affettuosamente spavaldo, che sarei salito sul carro e qualcosa avrei riportato. Tornai da loro, rinfrancati dal rivedermi incolume, con un grosso pezzo di cartone dipinto. Fausto pretese che dividessi il bottino con tutti loro e io lo feci rendendoli tutti felici. Non osai confessare, come faccio adesso, che i dieci euro che diedi  a un ragazzino per avere quel trofeo sarebbero stati fra i meglio  spesi  di sempre. Ah… e i fuochi? Certo che mi piacciono, come a tutti. Ma quelli nel Parco no. Ha ragione il presidente del Parco. Pericolo di incendio a parte, gioiamo noi ma non a spese della biodiversità del parco, non  a spese dei tanti animaletti ai quali infliggeremmo pesanti sofferenze. I cavalli si, ma i fuochi non sono fra le essenze della festa. A mio modesto parere.

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