La Madonna della Bruna in corteo
5 minuti per la letturaMATERA – Matera oggi festeggia la Madonna della Bruna. Non sarà una festa come le altre ma sarà sempre un giorno di festa. «È comunque il 2 luglio» chiosa il sindaco Bennardi al termine di un breve messaggio che consegna ai materani.
«Abbiamo vissuto quest’anno aspettando il giorno della Festa – afferma il primo cittadino – in attesa di quell’alba che ci fa sentire più uniti, accomunati dall’eredità dei nostri avi da preservare per consegnarla alle generazioni che verranno, perché la Festa della Bruna è l’evento che meglio descrive la nostra identità, il patrimonio che vogliamo salvaguardare. Non ci saranno i botti nei quartieri al seguito dell’antico quadro della Vergine, non ci saranno la sfilata dei cavalieri e del carro trionfale, e nemmeno l’assalto, lo “strazzo”. Come già un anno fa, non vedremo le luminarie che accendono di colori e di passione le strade dal rione Piccianello in poi; mancheranno molti di quei riti che da secoli accompagnano l’attesa per il nostro giorno più lungo. Purtroppo, le restrizioni ancora in corso non ci consentono di fare molte cose, ma vogliamo onorare la tradizione del 2 luglio, perché non dobbiamo perdere la magia per questo giorno così atteso e così importante. Mi piace pensare che in realtà siamo vicini, come abbiamo ampiamente dimostrato in tutte le occasioni importanti in cui la città è stata chiamata ad esaltare i propri valori», conclude il sindaco ricordando che è sempre il 2 luglio.
Ieri intanto è stata la giornata dei saluti alle autorità civili e militari in Cattedrale dell’arcivescovo monsignor Giuseppe Caiazzo. «Per il secondo anno consecutivo ci ritroviamo a vivere questo incontro, parte integrante della festa della Madonna della Bruna, con la consapevolezza che, credenti o meno, siamo entrati in un tempo di grande cambiamento. Non esistono confini capaci di separarci dal resto del mondo o dogane capaci di fermare il sogno di una vita da esportare e ricevere. Stiamo imparando quanto siamo responsabili gli uni degli altri, del futuro del genere umano, del pianeta che abitiamo» ha detto monsignor Caiazzo. «Un altro aspetto che ci sta aiutando a spalancare i nostri orizzonti è il ritrovato sentimento della solidarietà. Ne avevamo bisogno. Il tempo della pandemia ci conferma che c’è bisogno di una seria progettualità, lungimirante. Le forme di assistenzialismo possono andare bene nei momenti di emergenza ma non dobbiamo vivere sempre l’emergenza. La vera sfida è aiutare ogni uomo a ritrovare la sua libertà, la sua dignità» conclude l’arcivescovo ricordando anche gli impegni nei quali si è cimentata Matera.
«Per il secondo anno consecutivo i festeggiamenti in onore della Madonna della Bruna si caratterizzano per un’atmosfera diversa dal solito», ha detto anche il presidente della Regione Vito Bardi, «in cui prevalgono gli elementi essenziali: la preghiera dei fedeli e i riti religiosi».
«La pandemia ha messo a dura prova ciascuno di noi, spingendoci a guardare tante situazioni da angolazioni diverse. Dopo l’anno da Capitale europea della cultura, la città avrebbe dovuto raccogliere i frutti di quella straordinaria esperienza, ma il turismo è stato il settore maggiormente colpito dall’emergenza sanitaria e ora dobbiamo mettere in campo tutte le nostre energie per recuperare il terreno perduto, rilanciando Matera e le altre mete attrattive della Basilicata. Il G20 che si è tenuto nei giorni scorsi rappresenta un ottimo punto di partenza. Speriamo che nel 2022 torneremo a festeggiare la Madonna della Bruna come sempre. Questo – conclude Bardi – è il mio augurio ai cittadini di Matera e di tutta la Basilicata».
Presente in Cattedrale per il saluto alle autorità il presidente del Consiglio regionale Cicala: «Anche questa edizione si svolge senza la presenza dei tanti fedeli che, ogni anno, sono accorsi a Matera. Il messaggio di speranza non deve mai abbandonarci. Questo è il momento della ricostruzione. Abbiamo bisogno di trovare nella fede, nella speranza e nel senso di coesione le nostra fondamenta, per guardare al futuro con ottimismo».
IL PROGRAMMA
Niente Carro della Bruna che sfila nel pomeriggio a Matera. È la costante degli ultimi due anni condizionati dal Covid e che hanno impedito all’opera pronta già l’anno scorso e perfezionata poi quest’anno di Eustachio Santochirico di poter essere mostrata alla città.
La festa della Bruna odierna si priverà anche di un altro dei suoi momenti caratteristici cioè la processione dei pastori mattutina che di solito raccoglie un gran numero di presenze soprattutto tra i giovani che corrono davanti ai fuochi e che riescono ad assaporare oltre alla messa l’atmosfera piena della festa anche a costo di un inizio giornata alle 5 del mattino.
È per questo che si parla del giorno più lungo dei materani perchè dura quasi 24 ore tra la processione alle 5 del mattino e i fuochi alla mezzanotte che aprono e chiudono la festa. Ma quest’anno molti elementi sono stati evidentemente ridimensionati. Resta la parte religiosa con una messa all’alba per i giovani in piazza Duomo, un’altra messa come da consuetudine in Cattedrale alle 10 e poi il trasferimento dell’effigie della Madonna della Bruna al rione Piccianello.
Non la classica processione, niente cavalieri ma solo un trasferimento che permetterà di poter onorare e salutare la Madonna prima del rientro in serata, dopo una messa alle 18 a Piccianello, in Cattedrale. Qui il rosario e poi la consacrazione della madonna alla città e il ritorno in Cattedrale per la conclusione dei momenti di approfondimento e di preghiera. Una festa che rimane nella sua parte più spirituale intatta ma che certo risente di qualcosa che non c’è e la rende inevitabilmente meno unica.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA