Illustrazione del carro della Bruna dell'edizione 2018
4 minuti per la letturaMATERA – Il Covid ha tolto il sapore della festa. A Matera questo 2 luglio non sarà come tutti gli altri. Anzi molto diverso. Sopravvive la fede, la devozione, il legame viscerale tra la città e la Madonna della Bruna, ma non c’è più il sapore di un rito unico, che si trascina identico a sè stesso da anni. Non è solo la festa nella sua veste storica che cambia ma anche tutto ciò che gli sta attorno, ciò che gira intorno. L’economia che con essa si crea. La socialità che l’accompagna. L’idea di una città completamente paralizzata e concentrata solo sulla sua festa, l’idea di una giornata di divertimento, ma anche importante per il commercio della città. Tutto questo non ci sarà. Il 2 luglio quest’anno rischia di essere “quasi” un giorno come gli altri. “Nulla di speciale”, se non evidentemente il sentimento che muove i materani ma che finisce scombussolato in un vissuto completamente annientato, stravolto rispetto alle normali abitudini. Il Covid riesce in una sorta di vera e propria impresa, perchè modifica una tradizione che vive da centinaia di anni e che invece quest’anno risulta condizionata, limitata, ridotta. Insieme a tutto il resto.
È una festa ridimensionata, senza luminarie, senza Carro, senza cavalieri o quasi, senza giostre, senza fuochi, senza bancarelle. Una festa ridotta ai minimi termini. Che apre evidentemente una ferita inevitabile, vista l’emergenza sanitaria che ha giustamente la priorità, ma non per questo meno dolorosa.
Una festa della Bruna senza Carro non può esistere. Non si è vista mai. Nessuno la ricorda. Non è pensabile. Eppure così sarà. L’opera di quest’anno tra l’altro di Eustachio Santochirico, alla sua prima volta da artista cartapestaio del Carro della Bruna non si è potuta conoscere, nè ammirare in questi giorni. Non sfilerà domani.
È questa un’altra delle “stranezze” di questa Bruna 2020 senza “strazzo. Una festa senza la festa. Perchè questa giornata e questa festa vive di alcuni aspetti che la caratterizzano e la rendono unica. Uno di questi è la perfetta fusione del sacro e del profano, di quelli che sono gli emblemi della devozione e della fede con quella che è una festa più profana ma che trascina ugualmente il popolo in piazza ogni anno fino allo strazzo del Carro. Un altro aspetto unico, che fa del 2 luglio il giorno più lungo per i materani è un programma di appuntamenti ininterrotto dal più importante al meno importante che rende una grande corsa contro il tempo l’intera giornata.
Un fiume di eventi in successione dalla processione dei pastori al raduno dei cavalieri, la vestizione del generale, l’approdo in chiesa, la messa della mattina in cattedrale e la processione di ritorno a Piccianello per riprendere dopo una breve pausa con i riti legati all’uscita del Carro, alla processione verso piazza Vittorio Veneto, la cattedrale, l’attesa della folla, la difesa del Carro, i tre giri, il ritorno in piazza dopo aver lasciato la Madonna nella sua casa e lo sfascio del Carro. Una serie di eventi lunghi una giornata, vissuti di un fiato fino ai fuochi della sera. È per questo che i materani parlano di giorno più lungo perchè senza tregua dalle 5 del mattino fin dopo la mezzanotte, senza momenti di pausa. Da vivere d’un fiato con l’emozione unica data da un evento unico che si ripete ogni anno e che viene impreziosito dalla fede per la Madonna della Bruna.
Di tutto questo insieme di cose quest’anno non ci sarà traccia. E prendere la Bruna a pezzetti è un’altra cosa. Spezzare questa serie di eventi, proporne solo una minima parte vuol dire inevitabilmente cambiare il senso del 2 luglio. I materani non lo dicono. Sanno che questa situazione è inevitabile ma certo sanno anche che una Bruna così non è la Bruna. Non è quello a cui sono abituati. Non è ciò che conoscono e che li paralizza ogni anno per vivere questa festa. È una giornata diversa, una ferita profonda, vera che è stata prodotta dall’emergenza Covid 19. Non facile da digerire, una Bruna così. In tono minore, ridotta, stravolta. Qualcosa dal sapore diverso che in pochi davvero dimenticheranno. Rimane il legame con la fede, la Madonna della Bruna ma tutto questo da solo rischia di non bastare. Un 2 luglio così è, evidentemente, inconcepibile. Almeno a Matera. Almeno per i materani.
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