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Matera in Puglia anticiperebbe il progetto delle macroregioni secondo Danzi e Di Maggio che hanno proposto il referendum “secessionista”
«Il referendum è assolutamente legittimo, è stato già fatto con la medesima procedura in altre realtà come Sappada per cui ci aspettiamo che venga considerato ammissibile anche a Matera per la Puglia. Noi ci consideriamo apripista con questa provocazione di un progetto che porta alle macroregioni».
Sono queste le posizioni sia procedurali che sostanziali che gli ex senatori Tito Di Maggio e Corrado Danzi hanno illustrato ieri mattina in Comune di Matera al momento della presentazione di un quesito referendario che chiede “Volete che il territorio del Comune di Matera sia separato dalla Regione Basilicata per entrare a far parte della Regione Puglia?”. Un quesito su cui la conferenza dei capigruppo dovrà esprimersi circa l’ammissibilità entro 30 giorni prima che ci sia la vera e propria raccolta firme per poter poi procedere all’indizione del quesito stesso.
MATERA IN PUGLIA, UN ASSAGGIO DI «MACROREGIONI»
«Le materie che non sono ammissibili sono espresse chiaramente, il Comune deve fare solo la sua parte e non può fare altrimenti deve ammettere il referEndum e farci fare la raccolta delle firme» spiegano Di Maggio e Danzi.
«Non ci sono limiti altrimenti il Comune travalica le sue competenze ed entra nelle competenze del Parlamento che poi fare la sua parte. La procedura è molto lunga e noi stiamo agendo in base all’articolo 132 della Costituzione e poi comunque sarebbe imbarazzante per il Comune non autorizzare un referendum. L’argomento in questione non travalica nulla. Del resto ci sono dei precedenti come a Sappada. Si tratterebbe dello stesso iter per cui non vedo perché il Comune di Matera dovrebbe rigettarlo. Sarebbe un vulnus serio verso una parte della popolazione. La gente chiede di essere sottoposta a questo quesito legittimo».
Sui motivi che portano a questa richiesta i due ex senatori spiegano: «La nostra è una forte provocazione politica che da un lato tiene conto dell’oggettivo strapotere di Potenza forte solo del fatto di avere una doppia popolazione. Oggi Matera è stanca di subire i problemi sanitari, i problemi di finanziamenti, l’esproprio della film commissione, dell’apt, c’è una volontà di recuperare a sé da parte dei politici potentini il centro della regione. Una cosa che può essere legittima ma noi non possiamo tollerare da materani che si vada oltre. Noi ci consideriamo degli apripista del progetto delle macroregioni. Avere venti regioni oggi non ha più senso e la spesa pubblica non inciderebbe se le regioni diventassero di meno come diceva a suo tempo la Fondazione Agnelli».
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