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L’ASSESSORE regionale alla Salute, Rocco Leone (Fi), sapeva dell’avvio delle procedure di recupero delle indennità erogate dall’Asm (LEGGI LA NOTIZIA), negli ultimi 10 anni, per i turni di reperibilità effettuati anche in normali giornate lavorative. Per sopperire alla cronica mancanza di personale.
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Ciò nonostante: «non ha agito per tempo ed evitato l’ennesima crisi operativa e di immagine nell’Asm di Matera che, invece di superficialità e strabismo politico meriterebbe tutt’altra attenzione per il potenziale enorme che esprime e che in questi mesi è stato ulteriormente abbandonato ed umiliato».
E’ quanto afferma il capogruppo di Italia viva in Consiglio regionale Luca Braia, chiedendo all’assessore di riferire in aula sui soldi, oltre un milione di euro, che l’attuale dirigenza dell’Azienda sanitaria di Matera è intenzionata a chiedere indietro a trecento tra medici e infermieri dipendenti, contestando l’operato dei suoi predecessori.
Braia sottolinea l’«innegabile dedizione del personale in servizio per evitare chiusure di reparti e sopperire alla carenza cronica di organico oltre che all’impossibilita normativa di assumere».
«Sono mesi, infatti – prosegue il consigliere Iv – che denunciamo e rivendichiamo, inascoltati, una discussione sul piano strategico regionale in Sanità, più attenzioni e un maggiore controllo e coordinamento delle governance di tutte le aziende sanitarie regionali che sono interessate ogni giorno da emergenze tra le più varie. Più volte abbiamo sollecitato interventi immediati presso l’Asm e per l’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera».
«Anche in questo caso, documenti alla mano, il tutto era stato portato all’attenzione dell’assessore alla Sanità Rocco Leone, sin da ottobre scorso nel corso di una riunione, da lui stesso convocata, tenutasi a Potenza anche con i sindacati. Oggi assume l’atteggiamento di chi “cade dal pero”, per poi voler apparire come il salvatore della patria convocando riunioni solo apparentemente tempestive per “fare luce su cose che appaiono illogiche”.
E invece illogiche non sono. Chi governa il dipartimento Sanità che impatta sulla credibilità del sistema regione e sulla salute dei cittadini, dovrebbe agire immediatamente alla conoscenza di informazioni e fatti rilevanti, al fine di evitare l’emergenza o il clamore mediatico che poi destabilizza un sistema già fortemente in difficoltà».
«La classe medica – insiste Braia – andrebbe solo ringraziata perchè lavora in Basilicata, nei nostri presidi sanitari, in condizioni spesso non ideali e con una disponibilità precaria di attrezzature e personale infermieristico. In caso di carenza di medici e per garantire la sicurezza delle prestazioni, la reperibilità poteva essere fatta anche di pomeriggio, al fine di organizzare il servizio pubblico, se il contratto integrativo era coerente con il Contratto collettivo nazionale e lo prevedeva. Di recente la possibilità è stata, tra l’altro, ampliata dall’ultimo contratto nazionale».
«Con almeno 6 mesi di ritardo, è stato approvato il Piano assunzionale prevedendo nel biennio 2020/2021 oltre 1000 assunzioni che, ad un primo conteggio, non riusciranno ad assorbire le fuoriuscite avvenute nel 2018/2019 e quelle in previsione 2020/2021. Al netto delle eventuali responsabilità amministrative – conclude il consigliere regionale – si trovino soluzioni immediate. Nel mentre si sospendano i procedimenti di recupero: a pagare non siano gli operatori della sanità che, chiamati alla responsabilità e alla disponibilità, hanno risposto “presente” sempre ed evitato maggiori problemi ai pazienti. Per l’assistenza e per non lasciare scoperti i presidi, l’adozione di procedure che possono apparire al limite dell’interpretazione ha evitato sicuramente, nel periodo peggiore in cui erano impossibili assunzioni, l’interruzione del pubblico servizio di tipo sanitario, a tutela della salute del cittadino».
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