Il villaggio lagunare di Marinagri a Policoro
2 minuti per la letturaPOLICORO (MATERA) – In tempi di emergenza economica post Covid, una nuova chance di ripresa dalla crisi non si nega a nessuno, meno che alla società policorese “Marinagri”, il cui fallimento in questo momento storico appare come una sorta di beffa, con un Piano di rilancio già pronto e presentato in tribunale, ma paralizzato dall’attuale congiuntura. Un elemento rimarcato anche dallo stesso tribunale, nelle argomentazioni della sentenza di fallimento, dove si legge testualmente che: “(…) nell’attuale fase di diffusa crisi economica, non appare ragionevole ipotizzare un rapido recupero dell’equilibrio di bilancio, attraverso il pronto realizzo di introiti, che allo stato appaiono solo potenziali”. Come dire: vista la crisi economica attuale, la società non potrà comunque riprendersi, quindi invece di concederle più tempo, una sorta di seconda chance, meglio dichiararla morta.
Un meraviglioso complesso turistico, la “Venezia del Sud”, la “ Dubai dello Jonio”, diventerà giocoforza appetibile per magnati della finanza internazionale, che potranno rilevarla a un prezzo di molto inferiore al suo reale valore. Il tutto con ben 300 unità immobiliari acquistate, dove altrettanti proprietari vivono in seconde case, quindi pagando l’Imu e le tasse al Comune di Policoro. Una sorta di “quartiere di lusso”, aggiunto alla popolosa città jonica, la terza per numero di abitanti in Basilicata, dopo Matera e Potenza. Poi c’è l’albergo di lusso all’interno, e il rimessaggio per la nautica da diporto, con annessa officina. Un indotto importante, che andrà inevitabilmente in sofferenza. Tutte buone ragioni, per le quali l’amministratore unico della Spa Marinagri, Vincenzo Vitale, sta valutando con i suoi legali di proporre reclamo in appello avverso la sentenza di fallimento.
«Il tribunale di Matera, accogliendo le istanze di fallimento formulate dal principale creditore bancario e da una decina di piccoli creditori, ha dichiarato il fallimento della Marinagri Spa – rimarca Vitale in una nota diffusa ieri -. Il fallimento interviene nell’ambito del procedimento di risanamento promosso dalla società nel gennaio 2020, al fine di risolvere in via definitiva la propria situazione di crisi, che come noto ha la propria genesi nelle vicissitudini legate all’inchiesta “Toghe Lucane”, da cui Marinagri e tutti i soggetti coinvolti sono stati assolti con formula piena, ma patendo danni per decine di milioni di euro. Duole segnalare che la dichiarazione di fallimento, interviene in un momento drammatico per il paese e in particolare per il Sud. A maggior ragione in quanto, in casi del tutto similari, il recentissimo Decreto Liquidità ha statuito per legge il divieto temporaneo di dichiarare il fallimento di qualsiasi società, indipendentemente da valutazioni sullo stato dell’azienda. Si auspica che sia possibile rimediare a quanto occorso e riavviare un’iniziativa unica nel suo genere».
Si spera in una revisione del provvedimento in caso di reclamo.
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