L'ospedale Madonna delle Grazie di Matera
2 minuti per la letturaMATERA – Proposte non a un anno ma a sei mesi nella maggior parte dei casi e un salario accessorio di molto inferiore a quello di altre realtà certamente extraregionali ma anche regionali. Sono questi con ogni probabilità i motivi che spingono gli infermieri in graduatoria all’Asm a non accettare le proposte che arrivano dal “ Madonna delle Grazie”.
Qualche giorno fa, era inizio novembre l’azienda sanitaria sottolineava una crisi nella crisi: «In questi giorni la Asm ha inviato circa 350 telegrammi ad altrettanti idonei di una graduatoria di 1421 infermieri.
Su 350 interpelli, hanno risposto soltanto in 4. L’azienda sanitaria cerca 20 infermieri per potenziare le attività di monitoraggio e di contrasto alla diffusione del virus covid 19.
Nei prossimi giorni, stante l’impossibilità di coprire i posti necessari, saranno spediti ulteriori 450 telegrammi. Nell’azienda incrociano le dita affinché questa nuova ondata di offerte di contratto di lavoro sortisca un qualche effetto.
Anche perché la proposta, di questi tempi, è molto ghiotta. Contratto a tempo determinato di un anno con ottima possibilità di proroga» sono le parole lette nella nota dell’Asm. In realtà dopo qualche verifica la situazione è meno agevole di quello che si può pensare. Risulta ad esempio che altre realtà regionali a cominciare dalla vicina Puglia offrono agli infermieri in arrivo anche contratti a 36 mesi e qui invece il contratto sarebbe stando ad alcune comunicazioni arrivate ai diretti interessati infermieri che si sono informati sulle proposte ricevute di sei mesi con una possibilità di rinnovo.
Ed è chiaro che tra accettare un contratto a 36 mesi altrove o a 6 mesi c’è una differenza. Così come molti infermieri per ritornare a Matera e spostarsi nella città dei Sassi hanno bisogno di una sicurezza che invece non pare esserci e quindi con il rischio di dover fare nuovamente le valigie a distanza di sei mesi. Insomma i dubbi vista così paiono più che leciti. Motivati e spingono a chiedersi perché non ci siano proposte tali da poter invogliare gli infermieri ad accettare queste proposte. C’è poi un discorso meramente economico che non va trascurato.
E’ vero infatti che il contratto di lavoro è uguale per tutti ma è vero anche che ad un salario minimo si aggiunge poi un trattamento accessorio che varia da regione a regione, da azienda ad azienda e che in virtù di una serie di tagli effettuati negli anni scorsi nell’azienda sanitaria del materano rende quelle proposte meno allettanti rispetto a tante altre.
Se poi sulla questione della durata dei contratti ci può essere un intervento risolutivo nel breve periodo trovando le adeguate risorse economiche è più complicato ridefinire quello che è il salario accessorio per il quale sarebbe necessario un intervento generale e complessivo della stessa organizzazione generale. Nei prossimi giorni la Asm avrà le risposte anche agli altri 450 telegrammi inviati. C’è da vedere anche lì quali saranno le scelte effettuate. Certo appare scontato che una corsa ad accettare queste proposte non ci sarà neanche in futuro.
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