La parete di Porta Postergola su cui ieri i rocciatori hanno sistemato rete di protezione
2 minuti per la letturaScontro su sicurezza, cancello e rete di protezione, diverse le cause che hanno dilatato i tempi dell’intervento
MATERA – E’ una prova di forza tra Comune e Parco della Murgia quella in corso circa la riapertura del ponte tibetano. Da un lato l’assessore comunale Nicola Trombetta che annuncia via social l’installazione in corso di una rete di protezione da Porta Postergola per evitare la caduta di altri massi e poter poi aprire il ponte e dall’altra invece il presidente del Parco della Murgia Michele Lamacchia che, per quanto sappiamo, è rimasto fermo alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa al “Quotidiano” cioè che senza l’autorizzazione ad intervenire per la messa in sicurezza del sentiero e l’installazione di un cancello non si potrà aprire il ponte. Installazione ad oggi impossibile perchè la richiesta avanzata dal Parco è stata negata dal Comune. Da qui lo stallo. Con le parti che non sembrano dialogare tra di loro e le notizie che fuoriscono in queste ore che paiono contradditorie e che possono portare fuoristrada. Ad oggi infatti, al di là delle dichiarazioni social dell’assessore ai Lavori Pubblici la riapertua del ponte appare tutt’altro che vicina. Anzi.
Trombetta ieri mattina scriveva soddisfatto: «Rocciatori in azione sul muraglione di Porta Postergola per fissare i chiodi che manterranno le rete di protezione per evitare la caduta di massi nel torrente Gravina. L’intervento è propedeutico all’apertura del Ponte Tibetano. L’arrivo della produzione cinematografica per il film 007 ha reso necessario il blocco del cantiere per circa tre mesi.
Ora sii procederà celermente, tempo permettendo, per completare l’intero intervento resosi necessario dalla cadute, a seguito di condizioni climatiche estreme, dal costone di calcarenite di alcuni massi proprio al di sotto del belvedere di Porta Pistola».
Poi aggiunge: «I lavori,oltre che per la produzione cinematografica, hanno scontato, rispetto ai tempi preventivati, anche ritardi dovuti ad una perizia di variante seguente ad una ulteriore ispezione, rispetto alla fase progettuale, effettuata dai rocciatori nei mesi scorsi che ha previsto l’estensione della rete di protezione da 200 a 600 metri quadri lungo il costone del torrente Gravina».
Di fatto però la riapertura del ponte resta un grande punto interrogativo. La chiusura del sentiero è stata ordinata dal Parco Murgia per motivi di sicurezza e senza la messa in sicurezza dello stesso, oggi negata dal Comune, il Parco non lo riaprirà. Il problema resta e il braccio di ferro diventa sempre più esplicito. Il Comune va per una strada, il Parco per un’altra. Se non cambia nulla il ponte sulla Gravina resterà chiuso.
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