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MATERA – I problemi nei Sassi non mancano: «anzi abbiamo assistito nel post pandemia ad un aumento di abusivi e vandali che vanno di pari passo. Adesso con una presenza fissa di vigili, un presidio in piazzetta Garibaldi, il recupero di alcuni immobili come il palazzotto del Casale ma anche l’immobile confiscato di rione Pianelle, alcuni vicinati che saranno recuperati per dotare l’area di servizi richiesti ai residenti speriamo di porre un argine a questa situazione. Riapriremo anche l’esame sul piano di gestione dei siti Unesco». L’assessore ai Sassi del Comune di Matera Tiziana D’Oppido analizza la difficoltà di un’area come gli antichi rioni della città che versano da tempo nell’abbandono e in una condizione spesso ai limiti come fossero una vera e propria terra di nessuno.
In che stato generale sono i Sassi sempre più terra di nessuno, senza controlli, residenti abbandonati. Una giungla vera e propria?
«Dobbiamo partire dal presupposto che l’attuale situazione è il presupposto di anni di lasciar fare che ha portato soprattutto alcune aree ad essere terra di nessuno, perchè questo è. Noi ci siamo trovati al nostro arrivo questa situazione che è peggiorata perchè si è aggiunta anche la pandemia e questo ha peggiorato la realtà sia degli abusivismi. Persone in indigenza o senza abitazione per questioni economiche si sono infilate in locali demaniali e anche privati e lì sono rimasti. Abbiamo avuto in alcune aree meno controllate un incremento del numero di abusivi e poi anche per i vandalismi. Aumento che ho verificato in vari sopralluoghi in alcune aree con aumenti dei locali occupati. Dall’altra parte i vandali sono soprattutto giovani, giovanissimi anche baby gang con un fenomeno che d’estate con i turisti il fenomeno viene ridimensionato e anche questo è peggiorato con la pandemia».
In questo contesto ci sono iniziative dell’Amministrazione per fronteggiare la situazione?
«Sul discorso dei vandali e delle baby gang sto portando avanti un protocollo d’intesa sulla legalità per i giovani studenti, prefettura e scuole con attività che andranno a canalizzare le energie dei ragazzi con convenzioni a palestre, piscine, attività culturali. Sul discorso degli abusivismi e vandalismi invece abbiamo chiesto per iscritto un’intensificazione delle forze dell’ordine nei Sassi e poi ci sarà a brevissimo un presidio permanente a piazzetta Garibaldi dove saranno dislocate alcune unità. Stiamo vedendo quante e ho chiesto che una parte siano tecnici con esperienze di studi che possono essere utili poi su un’altra questione che riguarda il decoro dei Sassi che andrà in Consiglio comunale in autunno. E’ chiaro però che una presenza in pianta stabile permetterà di controllare vandali e abusivi. Già questo scoraggia molto».
Da quanto questo presidio sarà operativo?
«Ufficialmente dovremmo partire tra settembre e ottobre e nel frattempo una unità la mettiamo in un’immobile di via Madonna delle virtù nell’immobile dove da luglio abbiamo aperto i bagni in via Madonna delle virtù e in quell’area penso anche di ripristinare un bancomat per turisti ma anche residenti che è un servizio che si può dare».
Qualche mese fa c’era stato un incontro per definire azioni concordate per i controlli nei Sassi dopo una serie di segnalazioni inviate al Comune ma anche alle autorità di pubblica sicurezza. Cosa si sta facendo perchè nulla pare cambiato, non ci sono percezioni di un maggiore controllo?
«Intanto il Questore aveva assicurato e sono sicuro lo stia facendo un’intensificazione del passaggio delle forze dell’ordine. Poi per come sono configurati i Sassi le volanti possono muoversi per le strade principali mentre poi bisognerebbe scendere e fare dei giri che risultano evidentemente più complicati. Ma è chiaro che nel momento in cui mettiamo un presidio permanente di vigili già sarà un segnale è qualcosa ma ovviamente non basta perchè vandali e abusivi vanno in locali abbandonati da tempo. Ad esempio il quartiere degli Artieri consegnato al Comune con locali nuovi e poi alla fine del 2020 quando siamo arrivati era tutto devastato. Ora è chiaro che interventi tempestivi avrebbero evitato queste situazioni. L’idea è maggiori controlli con i vigili in presidio e l’aiuto delle forze dell’ordine e il recupero di alcune zone. Una è il quartiere degli artieri».
Cosa sta succedendo proprio al quartiere degli artieri in questo momento?
«Purtroppo abbiamo dovuto revocare il bando perchè il bando dice che quei locali vengono consegnati in condizioni perfette e invece non è così, quindi siamo intervenuti in autotutela promettendo di fare un nuovo bando a brevissimo. Ma con locali dichiaratamente non in condizioni perfette come quelle che c’erano prima al momento del vecchio bando. Lì vicino ci sono gli esercizi di vicinato per i quali stiamo procedendo, aspettiamo autorizzazioni dalla soprintendenza, c’è una graduatoria. Ci sono una serie di strade con attività che daranno servizi, agenzia viaggi, edicola, libreria, negozi di arredamento che attendono le autorizzazioni per recuperare quell’area. Stiamo recuperando il palazzotto del Casale.
Stiamo anche lavorando per il recupero dell’immobile di rione Pianelle quello confiscato alle mafie, fermo da 10 anni, lì ci andrà un centro di educazione e sostenibilità ambientale dove andranno anche le scuole. Servizi con nuove tecnologie e scuole per studiare i Sassi».
Spostiamoci sul personale e sull’ufficio Sassi, smantellato rispetto a come era stato concepito anche se c’erano risorse di legge 771 che potevano essere utilizzate a tal scopo?
«Non so dare una risposta su questo, posso dire che in tutti i settori ci sono necessità. Posso dire che l’ufficio Sassi ha bisogno di geometri, ha bisogno di una posizione organizzativa e di un funzionario, di un Rup. Sono stati indetti dei concorsi ed ho richiesto espressamente una posizione organizzativa. E’ pesante che non ci sia. Ho richiesto figure espressamente, peraltro a fine anno vanno via 4 unità assunte con la 346 legate a Matera 2019, sono risorse preziose. Siamo a meno della metà del personale che c’è in ufficio che andrà via. Ma questo è un problema generale comune anche ad altri uffici».
Che effetto fa vedere quell’immagine della scalinata fotografata da Cartier Bresson in quelle condizioni, sembra uno sfregio all’immagine dei Sassi?
«Sì, è uno schiaffo in faccia. Quella scalinata è destinata da diversi anni a edilizia economica e popolare con la legge 179 nei Sassi. Ma di questo non mi sto occupando direttamente. In realtà questo va chiarito che l’ufficio Sassi si occupa della parte urbanistica ma molte altre vicende dalla spazzatura,ai cantieri, alle case parcheggio, alla 179 fanno riferimento ad altri settori che se ne occupano. Quel comparto lì è quello più vicino alla conclusione. E’ chiaro che è un dolore al cuore vederlo così. Proprio recentemente abbiamo fatto quella mostra delle opere di Bresson che dobbiamo recuperare e ci sono interlocuzioni in corso».
Ci sono una serie di interventi necessari e spesso rinviati nei Sassi da affrontare anche nella quotidianità di cui i residenti si lamentano?
«Stiamo risolvendo una serie di problemi legati alle piccole manutenzioni. La 771/86 prevede che somme incamerate per immobili di locazione devono essere reinvestite nei Sassi. Ma questi capitoli non sono mai stati istituiti. Ora ci sono e questo consente che quelle somme sono vincolate ai Sassi come previsto dalla legge. Viene speso nei Sassi. I piccoli interventi ci saranno fondi propri per poter intervenire dando anche un intervento rispetto alla sensibilità al luogo che non è uguale al resto della città. Questa per me è una svolta che permetterà un intervento più rapido».
Ci sono problemi di controlli nei Sassi che dai cantieri, alla Ztl, alla pulizia danno l’idea di una situazione completamente dimenticata?
«Io credo che con il presidio una parteimportante di questi problemi verranno risolti. Sto cercando di fare sopralluoghi congiunti e tavoli congiunti in modo da vedere insieme agli altri assessori come intervenire. Forse gli effetti ancora non si vedono stiamo identificando le aree più critiche, come via Casalnuovo e poi tavoli ad hoc sui Sassi in modo da concentrarci sulle varie aree. Serve un lavoro congiunto e poi servono anche risorse.
Ad esempio ci sono somme della 77 del 2006 vorrei fare un progetto per identificare un’area per questi interventi. Tra l’altro alcuni dei finanziamenti a cui possiamo accedere sono bloccati da progetti vecchi che ora verranno chiusi per poter partecipare ai bandi per accedere a nuovi fondi per fare ad esempio la pulizia straordinaria».
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