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Lavori in via di completamento nel parco della Murgia

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«Rimozione degli interventi maggiormente impattanti e ripristino dei luoghi».
E’ la proposta di Volt in merito ai lavori sul Parco della Murgia materana che sono in via di conclusione ma per i quali è stata chiesta recentemente dal consigliere dei Verdi Mario Montemurro una verifica di conformità alle norme del Parco della Murgia materana. Ma gli effetti di quei lavori continuano a non piacere e da Volt arriva una presa di posizione durissima rispetto ad un “danno unico alla città” e un “patrimonio ferito e compromesso” con effetti considerati evidentemente però almeno parzialmente rimediabili con interventi di ripristino.

«Un’azione congiunta, da parte dell’Amministrazione comunale e dei cittadini materani, per rimediare ai danni prodotti al patrimonio storico, culturale e ambientale di Murgia Timone» scrive Volt.

«Per attenuare e riparare l’effetto delle trasformazioni prodotte al patrimonio storico, culturale e ambientale di Murgia Timone, Volt in seno all’Amministrazione comunale sosterrà la rimozione degli interventi maggiormente impattanti e il ripristino dei luoghi attraverso modalità che escludano ulteriori costi per le casse pubbliche.

Quello che era stato presentato come un intervento di valorizzazione è in realtà il più grande danno prodotto alla storia della città» accusa la lista componente fondamentale della maggioranza comunale, «la scena della Murgia che si apre oggi alla vista e si scopre percorrendo i sentieri del Parco, è quella di un patrimonio ferito e compromesso.

Nel 2019 il progetto – dal costo complessivo di 3,5 milioni di euro – era stato presentato come “Il lungo percorso di recupero dell’identità culturale di Matera”: si è rivelato, invece, il tragitto che ha tradito l’identità dei luoghi e la cultura della città» sono le parole forti che arrivano da Volt rispetto ad una situazione che è ritornata recentemente al centro del dibattito cittadino e che di fatto causa una serie di preoccupazioni e di reazioni da parte di componenti politiche e esperti del parco e del patrimonio che insieme ai Sassi rientra tra quelli tutelati.

«Volt Matera ha valutato tutte le possibilità per attenuare l’impatto dei danni prodotti e riportare l’altipiano della Murgia alla bellezza e al suo inestimabile valore.
La proposta di Volt si fonda su una doppia azione che implica uno sforzo congiunto tanto dell’Amministrazione comunale quanto della città e dei materani.

I lavori sono ormai terminati e a giorni l’impresa esecutrice dovrà restituire l’area di 24mila metri quadrati nella quale – insieme a grotte, ipogei e siti religiosi della civiltà rupestre – adesso insistono anche muretti, percorsi di breccia, scale e pavimenti di cemento e addirittura barriere visive che impediscono la piena fruizione del panorama.

Prima di riprendere in consegna l’area, l’Amministrazione comunale dovrà pretendere che il documento di collaudo sia accompagnato dalle certificazioni rilasciate da tutti gli enti che hanno preso parte alla conferenza di servizio: Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, Ente Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano e Regione Basilicata dovranno attestare la conformità dei lavori effettivamente realizzati alle norme tecniche di salvaguardia dell’area protetta» è la richiesta di Volt che di fatto si combina con le richieste di verifica della conformità alle norme del parco avanzate nei giorni passati ma integra la proposta stessa al momento decisamente avanzato che riguarda attualmente i lavori nel parco della Murgia.

«Matera conosce anche la “Via del Riscatto”!» è il messaggio che viene lanciato per riuscire a superare la questione che tanto sta facendo discutere e dibattere in queste ultime settimane.

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