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«Siamo pronti al confronto propositivo ma non faremo sconti a nessuno». Il nuovo presidente del Circolo materano di Legambiente non lascia spazio ai fraintendimenti anche perché dell’associazione ambientalista lui è stato uno dei fondatori, nel 1986.
Giovanni Moliterni ha trascorso una vita insegnando e gestendo la sua libreria, una delle più antiche della città, ma adesso concentra il suo tempo per fare in modo che il concetto di ambientalismo si allontani dall’idea del marciapiede pulito e guardi al panorama mondiale, ai cambiamenti climatici e soprattutto alla trasformazione delle città.

Il piano del verde approvato dal Comune rientra finalmente nell’idea di cambiamento che Legambiente vuole portare avanti?
«Quando è nato il concetto di ambientalismo si credeva riguardasse la pulizia dell’aiuola o nella migliore delle ipotesi le piste ciclabili. Oggi un piano del verde va bene, a condizione che i cittadini diventino responsabili di questa fase di cambiamento, come accade già con alcune realtà cittadine che puntano sulla partecipazione della comunità. Il verde, per me, non è un concetto estetico ma indica la simbiosi con il vissuto quotidiano»

Dal giorno della fondazione del circolo Legambiente di Matera a oggi, cosa è cambiato?
«Quando lo fondammo vivevamo l’onda dell’emotività per i fatti di Chernobyl, per i temi del nucleare e le grandi battaglie ambientaliste. Il nostro era un approccio molto duro, con il ‘generale’ Mario Tommaselli che guidava le manifestazioni di protesta sulla Murgia dove i proprietari sbancavano il territorio. I contrasti, allora, erano molto forti. Oggi veniamo da 40 anni di esperienza e Legambiente si muove anche su approcci scientifici sulle grandi emergenze, vedi Goletta verde e la sua squadra di chimici per analizzare le acque. Oggi, forti di queste conoscenze le vogliamo mettere a disposizione in modo propositivo. Il mio obiettivo personale è tramandare la nostra storia».

Esiste una nuova generazione di Legambiente nel circolo di Matera?
«I ragazzi hanno un atteggiamento incostante. In occasione di alcune iniziative si entusiasmano e vogliono partecipare perché l’ambientalismo teorico non li interessa. Bisogna recuperare i vecchi iscritti e allargare l’associazione ai ragazzi che ascoltano molto volentieri i nostri racconti delle esperienze passate e si entusiasmano. Per questo vorrei recuperare il progetto dell’Università verde che promuoveva corsi per l’ambiente e conferenze a tema».

I lavori sulla Murgia per il Parco della Storia dell’uomo sono stati al centro di un forte dibattito all’interno della comunità ma anche in politica. Qual è la vostra posizione?
«Innanzitutto dobbiamo chiederci come debba essere gestito il patrimonio naturale e culturale che abbiamo. Il danno che è stato perpetrato deve essere una lezione per il futuro, per evitare di mercificare il nostro territorio. La natura si riappropria dei suoi beni e noi dobbiamo seguire le sue regole. Proprio in questi giorni abbiamo incontrato il presidente dell’Ente Parco, Michele Lamacchia, che ci ha annunciato che c’è un tratturo da adeguare per il percorso dei disabili. La nostra richiesta è stata quella di procedere con un buon lavoro di manutenzione, recuperando i saperi e la cultura dei forestali, evitando interventi che modifichino quel territorio. Questo è il tipo di modalità che vogliamo sviluppare: confronto e proposte».

La presenza del cementificio in città è sempre stato un altro dei grandi nodi rimasti ancora da sciogliere
«E’ una delle grandi emergenze della città, anzi la più grande. Non abbiamo mai abbandonato questa battaglia perché è una realtà che va tenuta sotto controllo; bisogna comprendere bene cosa succede, mancano dati sulla qualità dell’aria in un’area che peraltro rientra nell’ambito del Parco della Murgia. Stiamo pensando di commissionare una analisi di quei parametri perché credo sia l’emergenza più importante di Matera».

Avete già previsto incontri con l’amministrazione comunale? I temi in campo sono molti: mobilità sostenibile, svolta green, riduzione dei consumi di Co2.
«Il vantaggio è che al suo interno sono presenti partiti ambientalisti. Credo sia un buon inizio anche se con tutte le precedenti amministrazioni, Legambiente ha sempre svolto un ruolo di stimolo, di sprone a fare sempre meglio. Non vogliamo essere compiacenti ma, al contrario, segnare un’azione rigorosa e molto attenta che non farà sconti a nessuno. Con la svolta green europea l’unica opportunità che hanno le amministrazioni locali è legata ai finanziamenti che arriveranno per migliorare la qualità della vita in città. Quei fondi dovranno essere spesi bene e noi siamo pronti a parlarne e a dare suggerimenti».

Qual è il livello di coscienza civile di Matera?
«I margini di crescita sono infiniti, è necessario che questa coscienza maturi e le condizioni ci sono tutte. La vera scommessa è questa, perché le amministrazioni passano ma i grandi temi e le comunità restano e devono comprendere che l’unico modo per sopravvivere è puntare su una qualità della vita adeguata».

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