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Un detenuto da un passato “turbolento” ha fatto prima delle avance ad una poliziotta, poi ha chiesto ad un altro poliziotto di intercedere per avere un rapporto sessuale con lei o con un’altra poliziotta, “va bene anche un’infermiera”. A lanciare l’allarme per quanto avvenuto chiedendo di tutelare la poliziotta è il segretario del Sappe Antonio Brienza. Di fatto rispetto a quanto spiegato mentre il detenuto continua al sua attività di scrivano in biblioteca gli orari della donna sono stati invece limitati alla sola attività pomeridiana.
L’uomo impegnato nella biblioteca del carcere come scrivano, addetto cioè a mettere nero su bianco le istanze dei detenuti analfabeti, avrebbe approfittato della sua mansione per scrivere un biglietto con un cuore alla poliziotta penitenziaria in servizio nello stesso carcere dove l’autore delle presunte avances è recluso e lavora.
Potrebbe essere una favola romantica dietro le sbarre, quella riferita dall’Adnkronos. Peccato per la mossa successiva dell’innamorato recluso. Ventitreenne con un trascorso carcerario descritto dai sindacalisti del Sappe come “turbolento” e con una lunga pena ancora da scontare, non ha colto il senso della mancata risposta dell’agente e anzi sarebbe passato all’azione interessandosi con un altro poliziotto penitenziario perché intercedesse allo scopo di avere un rapporto sessuale con lei o comunque con altre colleghe, “va bene anche un’infermiera.”
Gli episodi sarebbero avvenuti rispettivamente il 2 e 5 agosto scorsi. “Ad oggi il detenuto svolge in maniera regolare la sua mansione lavorativa in orari pomeridiani, quando tra l’altro il contingente di Polizia Penitenziaria in servizio è sempre risicato, soprattutto con il piano ferie in vigore, ed è libero di spostarsi senza alcun controllo all’interno di tutti i reparti detentivi comuni – precisa all’Adnkronos Saverio Brienza, segretario regionale Basilicata per il Sappe – La collega presta invece servizio nel reparto colloqui, con turni anche pomeridiani. L’amministrazione, sorda e cieca davanti a quanto accaduto, non ha fatto alcunché per tutelare la poliziotta, turbata e spaventata anche alla luce del curriculum criminale del suo “spasimante”. Anzi ha limitato l’attività lavorativa della ragazza, restringendola ai soli orari antimeridiani, lasciando immutato il servizio del detenuto, che continua come nulla fosse a eseguire le sue mansioni.”
“Sono 35 anni che lavoro come poliziotto penitenziario – continua Brienza – ai miei tempi al detenuto sarebbe stato in primo luogo impedito il proseguimento della sua attività e sarebbe stato trasferito immediatamente in un altro istituto penitenziario. Oggi queste persone vivono di impunità, sono affranto, arrabbiato per l’inefficienza mostrata dal provveditorato regionale.”
E’ di martedì, intanto, un documento firmato dal direttore del carcere di Matera in cui si richiedono ai sindacati e, per conoscenza, al provveditorato regionale di Puglia e Basilicata, informazioni in merito alle presunte avances da parte del detenuto alla poliziotta penitenziaria: “In attesa che il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bari autorizzi il trasferimento del detenuto presso altra sede – si legge – sono state adottate misure idonee a tutela del personale femminile.”
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