L'ospedale Madonna delle Grazie di Matera
2 minuti per la letturaGravi ritardi si registrano nella sanità materana, tanto nell’effettuazione delle visite mediche, quanto nel ricevere esiti di diagnosi e biopsie e, l’assessore comunale alle politiche sociali di Montalbano Jonico, Ines Nesi, se ne fa portavoce, segnalando un episodio emblematico.
E’ il caso di una sua congiunta che, lo scorso 10 giugno, ha effettuato una biopsia e che, ad oggi, non ne ha ancora ricevuto l’esito. Non ha prodotto effetti neanche l’intervento del Tribunale del malato che opera anche negli ospedali periferici di Policoro e Tinchi e, proprio a Tinchi, la signora interessata, ha effettuato il prelievo bioptico, successivamente inviato al Madonna delle Grazie di Matera presso il servizio di anatomia e istologia patologica.
I tempi di attesa previsti per gli esiti della biopsia per la signora, erano stati quantificati fra 20 e 40 giorni. Avendo effettuato l’esame il 20 giugno, a fine luglio avrebbe dovuto riceverlo, considerando il tempo massimo di attesa, avviando così già le cure necessarie.
L’attesa, invece, non lenisce il problema di salute della signora che deve continuare a subirlo senza poter accedere ad alcuna cura che le possa dare sollievo. Anche i tentativi di sollecitazione via telefonica non sortiscono risultati in quanto se risponde il centralino, i professionisti incaricati a dare una risposta, non ci sono o non rispondono al telefono.
A commento dell’increscioso evento che ha effetti sulla salute della donna, l’assessore alle Politiche sociali di Montalbano, Ines Nesi, ha dichiarato: «Il ritardo di una prestazione sanitaria o del referto di un esame diagnostico così delicato, quale è appunto un esame istologico, priva il paziente del diritto alla cura e può pregiudicare irreversibilmente le sue chance di guarigione.
Eppure, il diritto alla salute, è un dirittto fondamentale e inviolabile del cittadino . Sembra, purtroppo, che in Regione Basilicata non sia garantito».
Il diritto alla salute del corpo è garanzia anche di salute psicologica, non si può vivere in attesa di un referto, di un diagnosi e di una cura quando il problema è evidente e non si sa come porvi rimedio.
Sarebbe auspicabile, anche su sollecitazione del Tribunale per i diritti del malato che qualcuno dia una risposta alla signora, non si può morire di attesa. E, se sino a qualche tempo fa, la situazione sanitaria materana era pesante già solo per l’attesa in tempi biblici per ottenere visite specialistiche, dover attendere mesi anche un referto o una diagnosi si fa cosa veramente grave.
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