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L'ospedale "Madonna delle Grazie" di Matera

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MATERA – Sulla sanità materana i sindacati si appellano al prefetto. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Matera hanno infatti incontrato il prefetto, Sante Copponi, per denunciare «la preoccupante e inarrestabile condizione di precarietà e degrado organizzativo della sanità materana ed in particolare del presidio ospedaliero Madonna delle Grazie – spiegano in un comunicato – con particolare riferimento alle carenze e ai ritardi nell’erogazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini-utenti, che sta determinando un sempre più diffuso e massiccio malcontento tra i cittadini».

I responsabili delle tre sigle – Eustachio Nicoletti (Cgil), Giuseppe Bollettino (Cisl) e Bruno di Cuia (Uil) – preoccupati per le possibili «conseguenze che impattano su sicurezza e ordine pubblico», hanno inoltre chiesto al prefetto di «avviare tutte le azioni possibili per sensibilizzare la Regione Basilicata e la direzione dell’Asm di Matera, affinché si intervenga fattivamente con azioni opportune finalizzate a recuperare i ritardi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere e territoriali, per prevenire degenerazioni comportamentali e tentativi di sabotaggio, monitorare attentamente la situazione, al fine di evitare il determinarsi di ulteriori episodi come quelli già accaduti».  

Al massimo rappresentante del governo, i sindacati hanno esposto le cause che, a loro giudizio, «hanno portato gli standard della sanità materana al di sotto dei livelli accettabili». A cominciare dalla «carenza sia di personale sanitario sia di personale amministrativo in servizio – ridottosi complessivamente di 716 unità in termini assoluti (-27,53%), passando da 2.600 a 1.884 dipendenti al 31 dicembre scorso, che rende quasi impossibile la piena e completa organizzazione e erogazione delle prestazioni sanitarie previste dai Lea».

Cgil, Cisl e Uil hanno spiegato che «il Piano triennale dei fabbisogni del personale 2022-2024 dell’Asm prevede l’assunzione per il 2022 di 248 unità di personale, di cui 214 a tempo determinato; è evidente che si tratta di un numero di assunzioni che  è al di sotto della metà delle carenze storiche di personale e che porterà alla reale copertura dei posti solo dopo la conclusione dei concorsi pubblici, che hanno tempi lunghi (circa due anni) e che il meccanismo dei concorsi unici regionali ha contribuito ad allungare ulteriormente. Nei mesi estivi – hanno aggiunto – le carenze di personale diventano particolarmente insostenibili per la necessità di assicurare la fruizione delle ferie  da parte del personale, determinando ulteriori vuoti di operatori e erogazione di servizi, tali da rasentare una vera e propria paralisi degli stessi; le carenze di personale potrebbero avere inoltre ripercussioni negative sulla somministrazione del secondo booster di vaccino anti-Covid per gli over 60 e i soggetti fragili; dal calendario pubblicato sul sito dell’Asm, si evince che nel mese di agosto a Matera sarà possibile prenotare/somministrare solo 20 vaccini al giorno, nelle mattine dal lunedì al sabato, per un totale di 240 vaccini a settimana in tutto il territorio (Matera, Policoro, Stigliano, Pisticci). Le prestazioni sanitarie ritardate e/o non erogate determinano l’ulteriore allungamento delle liste di attesa, generando disagi e danni irreparabili a tutti i cittadini bisognosi di assistenza sanitaria».

Per Cgil, Cisl e Uil «una situazione di tale gravità e complessità necessiterebbe, oltre che di azioni e decisioni reali e tempestive, anche della presenza costante e assidua della direzione generale, assicurando, in primis, il presidio fisico del ruolo e della funzione. Per queste ragioni, con senso di responsabilità e con molta preoccupazione, abbiamo rappresentato al prefetto che questa pesante e drammatica condizione della sanità materana ci viene costantemente riportata attraverso le continue  segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini; sono inoltre crescenti le segnalazioni di presunti episodi ascrivibili a “malasanità”; tutto ciò rischia di aumentare la tensione e la sofferenza emotiva della collettività, con la possibilità che si inneschino odiosi meccanismi di contrapposizione/scontro/aggressione tra cittadini-pazienti e operatori della sanità, come già evidenziato dalle recenti cronache giornalistiche». Di qui la denuncia e l’appello a intervenire.

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