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C’è un silenzio che fa a pugni con le difficoltà quotidiane dei disabili, a Matera.
E’ quello che arriva dal Comune di Matera come denuncia l’avvocato Nadir Malizia che si occupa della vicenda di Lidia Suriano, madre di una donna disabile di 45 anni, costretta a fare i conti da troppo tempo con burocrazia e difficoltà che le impediscono di condurre un’esistenza adeguata alle esigenze di sua figlia.


“I suoi diritti sono stati violati per quanto riguarda l‘autonomia importante che per anni questa madre ha cercato di dare a sua figlia – ha scritto in una lettera inviata al sindaco Bennardi il 16 settembre scorso.


La donna, di cui il Quotidiano del Sud ha più volte denunciato la vicenda, purtroppo non avrebbe potuto procedere con i lavori di restauro del suo appartamento a causa di impedimenti, molti dei quali riportano alla lenta macchina della burocrazia.


“La figlia – prosegue ancora l’avvocato che sottolinea il disagio che ogni giorno queste due donne sono costrette ad affrontare – ha diritto di avere una casa accessibile, priva di barriere architettoniche e avere la possibilità per quanto gli è possibile, di essere autonoma.
Anche il Comune è complice in tutta questa situazione, perché invece di preoccuparsi di risolvere il problema per sua inerzia, visto che la struttura dell’appartamento della Signora Suriano è considerata inagibile – sostiene nella sua comunicazione al primo cittadino – pensa bene di mandare la signora e la figlia in un istituto.


Il Comune – rileva comunque l’avvocato – all’inizio era favorevole alla ristrutturazione e abbattimento delle barriere architettoniche.
In breve tempo però i lavori sono stati bloccati ”.
La situazione che merita finalmente di essere sbloccata, rappresenta un esempio di inclusione negata a cui però l’amministrazione comunale al momento non ha fornito risposte né chiarimenti, pur essendo responsabile della protezione civile e della sicurezza.


E’ per questo poi che lo stesso avvocato Malizia si è rivolto direttamente al Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi a cui ha chiesto per iscritto il 21 settembre scorso di richiamare “Il sindaco al suo dovere istituzionale”.
Un paradosso quello che vive la giovane donna che appartiene a quel difficile rapporto che i cittadini hanno ancora con le istituzioni e che si ripercuote sulla sua vita, resa già difficile dalla malattia che è costretta ad affrontare.

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