Una dose di vaccino
2 minuti per la letturaBERNALDA – È una storia che fa riflettere, e per certi versi inquieta, quella accaduta a una 48enne di Bernalda, vaccinata con seconda dose Pfizer fuori dal periodo-finestra per la produzione autonoma degli anticorpi, ma subito contagiata e oggi positiva sintomatica. La dimostrazione tangibile che il vaccino non è la soluzione della pandemia, in quanto (come del resto affermano anche autorevoli virologi) il contagio resta in agguato, pur limitando (ma anche questo è tutto da dimostrare) gli effetti più acuti dell’infezione.
Il Quotidiano ha raccolto la testimonianza di Arianna Gnoni, questo il nome della ragazza, la cui vicenda inizia il 5 febbraio scorso, per poi intrecciarsi con quella simile del compagno, un appartenente alle forze dell’ordine, anch’egli con prima dose di Astrazeneca già ricevuta e positivo con sintomi piuttosto importanti.
«Quel giorno -ci racconta Arianna, che oggi sta discretamente, seppure ancora sintomatica- io mi sono sottoposta alla vaccinazione Pfizer in quanto lavoro come assistente di poltrona in uno studio dentistico. Tutto sembrava nella norma, tanto che lo scorso 3 marzo ho ricevuto anche la seconda dose, sempre nel Punto vaccinale di Policoro, dove mi era stata inoculata la prima dose».
Ma l’inatteso ed imprevedibile incubo per Arianna, si è materializzato il giorno della festa del papà, lo scorso 19 marzo: «Il mio compagno (un appartenente alle forze dell’ordine ndr), torna a casa con sintomi evidenti di una sofferenza febbrile, seguita quasi subito da tosse e stato febbrile piuttosto importante. Un particolare non da poco, è che il mio compagno dieci giorni prima aveva ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca, e siamo sempre stati entrambi molto attenti nella prevenzione. Io, ad esempio, ho sempre lavorato con tutte le protezioni del caso: tuta, mascherina, schermo facciale ecc. Stessa cosa il mio compagno, nonostante avesse ricevuto la prima dose di vaccino era sempre attento con mascherina e tutto ciò che prevede la normativa».
Quindi si è arrivati ai tamponi: «Il mio compagno, con tosse e febbre tra 38 e 39, è risultato subito positivo. -racconta ancora Arianna- Io, e questo è un altro dato inquietante, pur avendo già i primi sintomi con febbre debole, sono risultata negativa al tampone rapido, quindi il mio medico curante mi ha inserita nella piattaforma, pur con una mia diffidenza, avendo ricevuto il vaccino ed essendo già ampiamente fuori dal periodo finestra per gli anticorpi. Infatti, il tampone molecolare è stato inequivocabile: positiva al Covid. Oggi, quindi, mi ritrovo comunque in isolamento, con febbre intermittente, seppure debole, e mancanza di olfatto e sapori. Il mio compagno ha anche la tosse ed ha dovuto iniziare la cura con in cortisone».
Un caso emblematico, che la dice lunga sulle effettive capacità taumaturgiche del vaccino, che non solo non può schermare dal contagio, ma a volte non lo fa neppure dagli effetti più seri dell’infezione. Tutto lascia presagire che avremo ancora tanto da fare sul fronte difficile della lotta al Covid.
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