Nel weekend i controlli all'ex hotel Old West di Ferrandina sono stati intensificati su ordine del prefetto di Matera, dopo i ripetuti episodi di fuga dalla struttura
3 minuti per la letturaFERRANDINA (MATERA) – «Mi sono opposto con tutte le forze, con aplomb democratico. Quello che non ho fatto è scendere per strada con le persone per non far arrivare i migranti tunisini a Ferrandina. Ma l’ho detto sin dal primo momento al prefetto. La struttura dove sono stati accolti 100 migranti non è idonea, è omologata per cinquanta, e per questo chiedo che vengano tutti trasferiti in altre strutture». Lo dice all’Adnkronos Gennaro Martoccia, sindaco di Ferrandina dove è esplosa la vicenda dei migranti positivi, 21 di cui tre irreperibili dopo essere fuggiti dall’hotel Old West, nei pressi dello scalo ferroviario (LEGGI LA NOTIZIA). Il gruppo è arrivato sabato scorso, e tutti risultavano negativi ai tamponi effettuati a Porto Empedocle.
«Avevano una certificazione sanitaria ad personam di negatività al coronavirus – dice Martoccia – ma il dubbio mi viene su questi test. Com’è possibile che non uno, non due, ma ben venti sono risultati positivi e alcuni ora non sono più nella struttura di accoglienza. Non tutti, inoltre, hanno fatto il tampone perché 14 erano già fuggiti, prima di fare il test. Fortunatamente tutti gli operatori della struttura sono negativi, lo sappiamo perché il gestore ha fatto i test a sue spese e questo è stato l’esito. Proprio per l’esito negativo dei tamponi in Sicilia si insisteva per accogliere i tunisini a Ferrandina. E’ giusto che tutta l’Italia aiuti la terra siciliana in questo momento di difficoltà, lo ribadisco. Sulle modalità con cui vengono svolti questi test c’è un grande punto interrogativo», sottolinea Martoccia.
Aria pesante a Ferrandina dove c’è rabbia per quanto accaduto. «La città sta reagendo molto male – dice Martoccia – e sono oggetto di gravi accuse, anche minacce di morte sui social. Contro di me è stato fatto addirittura un volantino politico in cui mi si accusa di aver portato il coronavirus a Ferrandina, è una situazione molto difficile. Ripeto, non c’entra il sindaco, che si è opposto (LEGGI L’APPELLO DEI GIORNI SCORSI), è una decisione del prefetto quella di accogliere i migranti a Ferrandina in una sede che io ho subito sconsigliato anche perché è vicinissima alla ferrovia e alla strada statale Basentana. Infatti si è poi verificato che circa una trentina sono scappati. Per questo ho scritto al prefetto e al questore per chiedere il trasferimento: i dieci minori accompagnati da quattro donne in apposite strutture, i migranti positivi in luoghi sanitari in cui prestare le dovute cure e il resto del gruppo presso un altro centro. C’è un’esigenza di sicurezza per tutti – conclude il sindaco di Ferrandina – sia per coloro che ora sono positivi sia per coloro che non lo sono e devono essere salvaguardati. Al momento l’unica certezza è l’isolamento dei positivi in uno dei padiglioni dell’ex hotel».
I NUMERI – Sale intanto a 52 il numero di migranti positivi al coronavirus, ospitati in centri di accoglienza in Basilicata. L’ultimo caso, rilevato ieri su un totale di 237 tamponi effettuati nei laboratori lucani, riguarda un tunisino del centro di accoglienza di Ferrandina, dove sono 21 i migranti con il Covid-19 e dove nelle ultime ore si sono registrati diversi casi di migranti fuggiti. Il bollettino della task force regionale conteggia solo i casi dei residenti con tampone registrato in Basilicata: i casi attuali sono 3 cui si aggiungono 52 migranti ospitati nelle strutture di Potenza, Irsina e Ferrandina e qui in isolamento; 2 badanti moldave, rientrate all’inizio di luglio dal loro Paese e da un mese ricoverate all’ospedale San Carlo di Potenza nel reparto di malattie infettive; altri 6 stranieri domiciliati in Basilicata e in isolamento domiciliare.
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