Raffaello de Ruggieri sindaco di Matera
2 minuti per la letturaMATERA – Ancora un caso di contagio sviluppatosi all’interno di un nucleo familiare a Matera. Stavolta si tratta di un minore, pare con meno di 10 anni, asintomatico che è stato riscontrato positivo dai controlli dell’Asm e che ha un familiare già contagiato. Nei giorni scorsi il Comune di Matera, eravamo al 23 aprile, parlava di 28 persone in isolamento domiciliare sulle 43 totali che si sono contagiate all’interno dei nuclei familiari e il numero come dimostra il caso di ieri è ulteriormente salito in queste ultime settimane malgrado la frenata complessiva sul fronte dei contagi.
Non si può però trascurare che su questo fronte già nel mese di marzo alle prime avvisaglie di questo fenomeno il primo cittadino Raffaello De Ruggieri aveva chiesto alla Regione la definizione e l’identificazione di una struttura che potesse ospitare le persone asintomatiche per non lasciarle all’interno del nucleo familiare. Contatti, disponibilità di una serie di varie strutture e anche una serie di verifiche e di sopralluoghi dagli organismi regionali. A quasi due mesi però dall’allarme lanciato dal primo cittadino di Matera dalla Regione non è arrivata alcuna risposta sull’opportunità o meno di intervenire in questa direzione. Nè si riesce ancora a capire se la predisposizione, che richiederà ancora alcune settimane e che può essere vista come soluzione forse del medio periodo e non certo nel breve dell’Ospedale da campo possa assolvere anche alla funzione richiesta dal primo cittadino di Matera.
La situazione però qualche domanda e qualche interrogativo la pone rispetto alla possibilità ad esempio che una parte almeno (magari anche uno solo) di questi contagi in famiglia potesse essere evitato con la predisposizione di una struttura adeguata. Il Comune ha sempre spinto molto in questa direzione sottolineando di non poter agire in autonomia ma dovendo lasciare la scelta alla Regione. Regione che invece in questo senso ha sempre taciuto ed evitato di prendere una posizione. Ed oggi a distanza di giorni le domande, gli interrogativi e le preoccupazioni rimangono sostanzialmente le stesse. E’ cambiata fortunatamente la curva dei contagi anche in Basilicata e nella città di Matera ma di fronte a delle risposte e a delle esigenze più volte evidenziate ha avuto il sopravvento solamente il silenzio della Regione.
E’ bene però sotto un profilo anche statistico considerare che dei 76 casi che sono stati accertati nella città dei Sassi circa un 40 per cento, 31 almeno sono da considerarsi avvenuti all’interno dei nuclei familiari. Una percentuale molto alta anche rispetto a quelle che sono le medie nazionale e che pone l’evidenza su come si dovesse intervenire sui maggiori veicoli di contagio che nel corso del lockdown potevano essere certamente le residenze sanitarie, gli ospedali e le famiglie. Certamente in quest’ultimo caso malgrado allarmi e appelli si siano sprecati di decisioni invece se ne sono viste davvero molto poche. Anzi nessuna.
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