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MATERA – Il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri continua a lamentarsi per la mancata individuazione di strutture ricettive per i malati di Covid 19 visto che a Matera, ancora una volta, si sono registrati altri tre contagiati all’interno di uno stesso nucleo familiare. Ma dal canto suo la Regione non sembra accelerare su questo fronte né pare essere chiaro ancora l’utilizzo dell’Ospedale da campo donato dal Qatar e che sarà destinato a Potenza e Matera in parti uguali.
Inizialmente l’Ospedale da campo sembrava poter assolvere al compito indicato da De Ruggieri cioè ospitare gli asintomatici in una struttura “protetta” e comunque vicina alle strutture ospedaliere vere e proprie. Negli ultimi giorni però la Regione ha spiegato che questi Ospedali saranno Ospedali Covid veri e propri cioè quegli ospedali richiesti dal Ministero della salute e solo per i malati di Covid 19, cioè per tutti i malati in corsia e non quindi per i soli sintomatici. A conferma di questa linea anche il dietrofront su Venosa che ha di fatto chiarito come sugli ospedali Covid la Regione stia organizzandosi diversamente e tutto lascia pensare che l’obiettivo restino i due ospedali da campo donati dal Qatar e che verranno stabiliti a Potenza e Matera vicino al San Carlo e al Madonna delle Grazie. A questo punto dunque le richieste di De Ruggieri tornerebbero inevitabilmente di attualità e anche il rammarico del primo cittadino di Matera per la mancata individuazione di strutture adeguate.
«Tre guariti e tre nuovi contagi, tutti tra i familiari delle persone già risultate positive al COVID-19. Sale così ad 11 il numero dei guariti dal coronavirus in città. Un trend virtuoso sul fronte del contrasto alla diffusione del contagio, interrotto dalla positività ai test effettuati nella giornata di ieri, di altre tre persone appartenenti a nuclei familiari in cui era già presente un contagiato dal COVID-19 e quindi sottoposte alle misure di isolamento. Il tampone di verifica, effettuato per l’approssimarsi del termine del periodo di quarantena, ha confermato il contagio e quindi sono scattati i protocolli di sicurezza che si adottano nei confronti dei malati» spiegano dal Comune.
«A Matera si sta riuscendo a contenere in maniera soddisfacente il diffondersi del virus ma ancora una volta – stigmatizza il Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri – siamo costretti a commentare ritardi nell’individuazione di strutture per consentire l’isolamento domiciliare dei pazienti che non necessitano di ricovero ospedaliero. È inaccettabile che non si riescano ancora, nonostante la disponibilità di più strutture, ad ospitare i pazienti con sintomi lievi in luoghi in cui possano essere curati in perfetto isolamento anche dal resto della famiglia. Senza strutture di questo tipo, attivare la fase 2 diventa complicato. I numeri ci consentono di affrontare la situazione senza ulteriori traumi ma bisogna velocizzare le procedure burocratiche che si traducono in ostacoli in grado di mettere a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini».
Parole dure che evidenziano un problema serio. Perché a Matera almeno un terzo dei contagiati rientra nell’ambito degli stessi nuclei familiari e il sindaco da diverse settimane ha sollevato la questione senza ottenere risposte ben precise. Le strutture disponibili ci sono, le verifiche della protezione civile regionale sono state fatte, l’ospedale da campo sembra a questo punto destinato ad altra funzione e dunque perché la Regione è in stand by? Resta poi aperta ancora anche la questione dell’Ospedale da campo per capire bene come la struttura verrà organizzata, se le terapie intensive saranno comprese all’interno di queste strutture rendendo dunque le aree Covid a Potenza e Matera completamente autonome oppure no.
Due grossi dubbi che continuano a trascinarsi e dietro i quali si fonda una larga parte dei problemi attuali dei contagi in regione e soprattutto nella città di Matera dove i dati dei positivi erano fermi da qualche giorno e sono improvvisamente risaliti solo in quest’ultima circostanza. Del resto vivere a contatto con dei positivi in case spesso angusto rende il contagio quasi inevitabile e non tutti possono organizzarsi come aveva fatto qualche giorno fa una donna di Matera che si è chiusa nella sua tavernetta isolandosi da ogni contatto con l’esterno per alcune settimane.
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