Maria, la ragazzina di Bernalda costretta a vivere ricurva su di una sedia a rotelle ormai inadeguata
3 minuti per la letturaL’associazione Coscioni annuncia azioni legali e denuncia il disinteresse della Basilicata
BERNALDA – È ancora senza sedia a rotelle, dopo ben sette mesi di promesse ed impegni non mantenuti, Maria (nome di fantasia), la ragazzina bernaldese di dieci anni, i cui genitori due mesi fa si rivolsero al Quotidiano, per denunciare la grave inadempienza della Direzione sanitaria regionale. Un caso emblematico che ha fatto clamore, ma in regione ci sono purtroppo tanti altri diversabili, che attendono da mesi i loro supporti vitali. Maria utilizza ancora una vecchia sedia a rotelle, che la sanità pubblica le ha fornito quando aveva 5 anni, quindi oggi risulta inadeguata al punto tale da costringerla a sedersi ricurva. Nel maggio scorso i genitori hanno inoltrato domanda, e dagli uffici regionali competenti era stato garantito loro che il supporto sarebbe arrivato entro l’inizio dell’anno scolastico. Invece siamo a dicembre, e Maria viaggia ancora ricurva, con un problema aggravato dall’uso di indumenti invernali più voluminosi. Tutto in attesa di una sedia a rotelle che dovrà arrivare dall’Olanda, dopo che la Direzione sanitaria regionale le aveva erroneamente prescritto un supporto standard, clamorosamente non adatto alle sue esigenze.
Anche per casi come quello di Maria, nella “Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità”, che si celebra oggi in tutto il mondo, l’associazione “Luca Coscioni” ha annunciato che avvierà l’iter giudiziario contro la Regione Basilicata, dove di fatto i diversabili sono “impossibilitati ad accedere ad ausili fondamentali”.
Una giornata, quella di oggi, istituita per promuovere il benessere, eliminare la disparità e facilitare l’inclusione. «In questa giornata particolare, ci rivolgiamo al presidente della Regione Basilicata e all’assessore alla Sanità e ai soggetti competenti. – dichiarano Filomena Gallo e Maurizio Bolognetti, segretario nazionale e consigliere generale dell’Associazione –. A seguito delle segnalazioni di persone con disabilità, che non riescono ad accedere ad ausili di cui hanno bisogno come ad esempio le carrozzine con unità posturale, siamo stati costretti ad inviare una nuova diffida nei confronti della Regione. Diffida già effettuata in passato, alla stessa e tutte le regioni perché stavano per indire bandi di gare non nella piena osservanza di legge. L’associazione grazie all’azione dei suoi legali riuscì a bloccare tali procedure errate, ma dopo 2 anni la situazione è peggiorata». Aggiungono Filomena Gallo e Maurizio Bolognetti: «L’impossibilità di accedere ad ausili fondamentali per chi ha una disabilità, rende la situazione discriminatoria e lesiva di diritti fondamentali. Chiediamo che i diritti delle persone con disabilità ritornino nell’Agenda politica regionale, e al fine di assicurare che, nell’erogazione dell’assistenza protesica ai disabili, i dispositivi protesici indicati, siano individuati e allestiti ad personam per soddisfare le specifiche esigenze degli assistiti con disabilità grave e complessa». Entrambi concludono: «Speriamo che tale richiesta non rimanga disattesa, al fine di non dover intraprendere percorsi giudiziari necessari. Auspichiamo in una pronta risoluzione e restiamo a disposizione anche per intraprendere azioni concrete che dall’erogazione di ausili con modalità corrette, alla piena applicazione dei Peba o all’erogazione di giusta assistenza per i malati possa distinguere la politica regionale in materia con un cambio di passo immediato».
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