Il responsabile organizzativo del Pd Igor Taruffi e la segretaria nazionale Elly Schlein
3 minuti per la letturaDopo le dimissioni del sindaco di Matera, il Pd nazionale prende posizione e arriva la “scomunica” quando i consiglieri sono già dal notaio. Taruffi: «Chi firma lo fa a titolo personale». Sconfessata la direzione cittadina e Lettieri
Una scomunica fuori tempo massimo che rompe i rapporti con il Movimento 5 stelle materano e non solo. E anche con i vertici cittadini e regionali del Pd stesso . E’ la grande impresa centrata ieri dal Pd nazionale attraverso la dichiarazione a mezzo stampa del responsabile degli enti locali Igor Taruffi.
La sostanza della dichiarazione di Taruffi è che “chi firma le dimissioni dal notaio lo fa a titolo personale e non a nome del Pd”. La dichiarazione arriva alle 17,48 di ieri (21 ottobre 2024), quando i consiglieri sono già dal notaio da diversi minuti e il dado è tratto. Non in mattinata nel proliferare di incontri. O nella direzione cittadina che c’è stata nel primo pomeriggio alle 15,30 e che ha confermato la posizione del Pd cittadino sulla chiusura anticipata dell’amministrazione Bennardi.
TARUFFI: “IL CENTROSINISTRA VERIFICHI LE SITUAZIONI DI CAMBIAMENTO”
«La maggioranza che guida l’amministrazione comunale di Matera sta attraversando, non da oggi, una perdurante fase di difficoltà, al proprio interno e nel rapporto con la città, che ha portato il sindaco Bennardi a prendere atto dell’impossibilità ad andare avanti.
Il Pd, forza di opposizione in Consiglio comunale, ha svolto in questi anni il proprio compito di opposizione ferma ma costruttiva, nell’interesse di Matera, chiedendo in più occasioni una svolta nella guida del comune, interesse dei cittadini» ha detto Taruffi, responsabile Organizzazione nella segreteria nazionale del Pd.
«La decisione del sindaco di sancire formalmente una crisi che era da tempo nelle cose, apre alla possibilità di questa svolta. Riteniamo sia nell’interesse della città che tutte le forze del centrosinistra si impegnino nei prossimi giorni a verificare fino in fondo se esistono le condizioni per realizzare quel cambiamento radicale necessario. Per questo riteniamo che, prima di decretare la fine della consiliatura con il conseguente commissariamento del comune, vadano verificate immediatamente e fino in fondo le condizioni per questa svolta comunale improcrastinabile».
«L’impossibilità di cambiare e il commissariamento, viceversa, prefigurerebbe uno scenario politico che non aiuterebbe né adesso, né in futuro il lavoro delle forze progressiste. Per cui deve essere chiaro che i consiglieri comunali del Pd che dovessero formalizzare le proprie dimissioni dal notaio lo farebbero esclusivamente a titolo personale e non rappresenterebbero più il Pd stesso».
DOPO LE DIMISSIONI A MATERA LA SCOMUNICA DEL PD NAZIONALE
Una posizione molto dura che di fatto “scomunica” anche la segreteria regionale di Giovanni Lettieri. Lui che domenica sera nel prendere atto delle dimissioni di Bennardi aveva aggiunto: «Il Partito Democratico Basilicata è al fianco del segretario cittadino Luigi Gravela e della Direzione cittadina, per supportarli per individuare la scelta migliore per il futuro di Matera, da compiere in collaborazione con tutte le forze del centro sinistra, che nelle prossime ore dovranno riunirsi per confrontarsi e condividere le scelte da fare». Quindi la scure di Taruffi non colpisce solo Gravela e la direzione cittadina ma anche il Pd regionale che ha dato sostegno allo stesso Gravela.
Adesso di conseguenza c’è da attendersi da parte del responsabile enti locali, già noto in Basilicata per la gestione della candidatura alle regionali del centrosinistra, il commissariamento del Pd regionale e di quello della città di Matera che hanno preso decisioni non in linea con le indicazioni di un partito che ha scoperto all’ultimo momento ciò che stava succedendo a Matera. Eppure la Schlein era arrivata in Basilicata solo pochi giorni fa ma evidentemente senza sapere esattamente cosa fosse Matera. Oggi lo splendido risultato di rompere con il M5S e rompere con i propri delegati sul territorio. Una deflagrazione in piena regola che peggiore non poteva essere.
Una situazione che finisce per spiegare probabilmente anche i risultati del Pd nazionale e locale degli ultimi anni.
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