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Poco più di 48 ore per Bennardi per evitare la chiusura traumatica della consiliatura; il sindaco di Matera è pronto alle dimissioni. Ma vorrebbe rassicurazioni dal Pd che ad ora non ci sono


Lunedì rimane il termine fissato per le dimissioni di 17 consiglieri comunali nel frattempo Domenico Bennardi continua a lavorare per cercare una via d’uscita.
E’ per questo che nelle prossime ore, pare già nella giornata di oggi, dovrebbe procedere alla formalizzazione delle dimissioni. Un atto sofferto che segnerebbe di fatto un colpo di spugna sull’attuale assetto politico. E darebbe 20 giorni di tempo per trovare una soluzione e un nuovo equilibrio politico o la caduta dell’amministrazione.
E’ per questo che nelle ultime ore anche dopo la riunione di giovedì sera Bennardi ha continuato ad avere contatto con i diversi rappresentanti politici dei gruppi della sua maggioranza.
Il tentativo di dimettersi per riaprire un dialogo e prendere tempo resta vivo, concreto. Ma è difficile al momento comprendere quali potrebbero essere le condizioni per ritrovare una maggioranza.

Anche perché al di là di interlocutori estemporanei e singoli che al momento non si intravedono l’unica speranza vera di discussione per il sindaco è il Partito Democratico.
Un Pd che al momento è pronto e deciso a sfiduciarlo completamente. Anche perché, questa ottica dei vertici cittadini, sarebbe un segno in continuità con quanto già fatto con la sottoscrizione della mozione di sfiducia solo qualche settimana fa. Altra sensazione di queste ultime ore è che la decisione ultima sarà lasciata al partito cittadino che si riunisce nel pomeriggio. Pur essendoci probabilmente sensibilità diverse tra gli stessi vertici del Pd sulla questione. Immaginare imposizioni dall’alto che possano rompere un equilibrio preesistente appare improbabile.

Infine il Pd in questi quattro anni ha giurato in ogni contesto che mai avrebbe commesso lo stesso errore fatto con De Ruggieri. Cioè passare in maggioranza e al governo della città. E’ immaginabile oggi che lo faccia con un colpo di teatro a cui ha già abituati? Sono gli interrogativi di queste ore convulse. E di una partita che potrebbe essere riaperta eventualmente dalle dimissioni di Bennardi che saranno però con ogni probabilità al buio e senza garanzia alcuna.
Con una ricostruzione molto difficile. Perché al di là di tutto oggi la maggioranza è costituita da 16 consiglieri. E al sindaco gliene servirà almeno uno in più in partenza per poter riprendere il cammino.

Le sempre più probabili dimissioni odierne consentiranno di provare a riaprire una trattativa in extremis con il Partito Democratico che nel pomeriggio metterà in scena anche una direzione cittadina del partito che dovrà indicare una linea anche se la situazione pare già ben definita in questo momento e con gli stessi consiglieri comunali pur con qualche ritrosia che paiono determinati ad andare avanti lunedì sera.
Anche ammesso che le dimissioni stravolgano lo scenario, (e per il momento l’ipotesi è tutta da verificare perché i 17 consiglieri potranno e restano determinati a dimettersi lunedì), la strada successiva sarà irta di ostacoli.

Va ricordato infatti che per due nuovi innesti in giunta e l’elezione della presidente del Consiglio sono serviti tre mesi e ora in venti giorni dovrebbe attuare una sorta di rivoluzione copernicana che andrebbe evidentemente a stravolgere gli equilibri politici conquistati dai singoli gruppi e al loro interno. Insomma la via più breve e naturale in questo momento continua a sembrare quella delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri e della chiusura della consiliatura. Un’alternativa al momento non c’è ed eventualmente appare ricca di dubbi e crepe.
Il primo cittadino con le dimissioni proverà, con ogni probabilità, a costruirla ma il tempo risicato e i margini ristretti inducono a pensare che non sia impresa semplice. Due giorni e sapremo lunedì sera l’esito di queste trattative e dell’intera consiliatura.

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