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In occasione del G7 di Matera sulle Pari opportunità, il convegno internazionale sulla violenza di genere. Il ministro Roccella: «Battaglia primaria»
La violenza sessuale, in qualsiasi lingua del mondo è violazione e negazione della volontà di una donna. Lo hanno dimostrato le tante voci provenienti da tutto il mondo che hanno animato ieri l’evento collaterale al G7 per le Pari opportunità a Matera.
G7 MATERA: PARI OPPORTUNITA’ E CONTRASTO ALLA CIOLENZA DI GENERE
Pangea, Rete Donna e Women Without Violence hanno dato vita a un confronto che ha ripercorso la storia dei principali strumenti legislativi e sociali di contrasto a questo fenomeno, lasciando aperto però un interrogativo: è possibile raggiungere un percorso unitario che colga al tempo stesso i diritti delle donne e le tuteli in ogni luogo del mondo?
La risposta non può che passare attraverso protocolli come quello di Maputo basato soprattutto sulla violenza come arma di guerra, o Convenzioni come quella di Istanbul che si concentra sul tema del consenso.
Al contrasto a ogni forma di violenza è dedicata anche la Convenzione di Belem do Parà così come quella della Cedaw (Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) delle Nazioni Unite o le norme previste nell’area Asia-Pacifico. Per difendere le donne è necessario conoscere e affrontare tutti gli aspetti che riguardano i reati che le vedono vittime.
Non si tratta di affrontare e punire gli stupratori ma anche di superare il muro dell’omertà, della paura, della prevaricazione delle violenza fra le mura domestiche (che nella sola Asia riguardano il 33% delle donne fra i 15 e i 49 anni), dei matrimoni imposti, delle mutilazioni genitali. Il mondo che si è riunito e confrontato a Matera, ieri, ha voglia di parlare una sola lingua che non può che passare attraverso i Governi, ampiamente sensibilizzati dalle organizzazioni e dalle associazioni internazionali.
ROCCELLA: “UNA BATTAGLIA PRIMARIA”
Il Ministro per le Pari Opportunità, Roccella lo ha spiegato: «Il tema della violenza contro le donne è sempre stato al centro delle nostre azioni, raddoppiando i fondi per i centri antiviolenza e le case-rifugio, rendendo strutturale il Reddito di libertà, incrementando il microcredito, strumenti che possono aiutare le donne a riprendere in mano la propria vita.
La legge sta dando buoni risultati; ispirata all’interruzione del ciclo della violenza prima degli esiti peggiori.
I dati sui femminicidi sono ancora molto alti ed è per questo che abbiamo provato a introdurre una serie di misure per far uscire le donne dalla violenza prima che accada l’irreparabile, penso ad esempio al braccialetto elettronico o alla distanza di sicurezza o l’arresto in flagranza differita».
Dal G7 di Matera il segnale che si vuole lanciare è quello di passare a un coordinamento che conduca alla riduzione dei femminicidi.
«I centri per gli uomini violenti rappresentano – ha aggiunto il ministro – una pratica che va verificata così come gli esiti. Purtroppo uomini che li frequentavano, a volte, hanno commesso violenza.
I fondi sono importanti ma è fondamentale, come previsto dalla legge che abbiamo votato, verificare che il corso abbia aiutato il soggetto a ripensare ai propri atteggiamenti».
DIFFERENZA DI GENERE E OCCUPAZIONE
Se di differenza di genere si deve parlare non si può prescindere il tema occupazionale.
La scelta fra lavoro è famiglia è ancora la spada di Damocle sulla testa delle donne. «Oggi c’è un record di occupazione femminile in Italia, grazie a provvedimenti come la decontribuzione con il secondo figlio alle altre misure per la conciliazione.
Tra le misure di sostegno c’è la certificazione di genere prevista nel Pnrr che individua 1000 aziende certificate da precisi requisiti entro il 2026. Ne abbiamo già certificate 5000». Infine in termini di repressione. «In prospettiva, dobbiamo costruire un cambiamento culturale anche attraverso il sistema internazionale e la società civile ma la repressione è fondamentale».
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