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Crisi e stallo al Comune di Matera: la maggioranza alla ricerca di un nuovo equilibrio, la minoranza pronta per la sfiducia con 16 firme
Non c’è solo la maggioranza in subbuglio alla ricerca di un nuovo equilibrio per uscire dallo stallo. Oggi, 31 luglio 2024, mobilitata al Comune di Matera è anche l’opposizione che nel pomeriggio di ieri al termine di una commissione prevista e dando seguito a quanto era iniziato a trapelare dopo il Consiglio di lunedì ha deciso di approntare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Bennardi che dovrebbe avere, stando alle notizie in nostro possesso e al netto di ripensamenti dell’ultimo minuto, sedici voti cioè essere sostanzialmente unanimemente schierata per la chiusura anticipata della consiliatura.
E partendo da posizioni politiche e sensibilità molto diverse tra loro anche questo è un segnale della scarsissima fiducia che c’è da ogni parte la si guardi nei confronti dell’attuale amministrazione comunale. Da Fratelli d’Italia al Pd ci sarebbe una posizione ben chiara in questo senso come del resto emerso nelle scelte in Consiglio comunale.
Molto critica la posizione del consigliere Angelo Lapolla che ha ribadito ieri al “Quotidiano” la volontà di chiedere al sindaco di lasciare il proprio incarico e poi successivamente ha sottoscritto la mozione di sfiducia preparata mostrando una critica feroce nei confronti dell’andamento di un’amministrazione che «sotto ogni aspetto sta vivendo di luce riflessa e di rendita rispetto a quanto fatto in precedenza come nel caso del teatro Duni il cui intervento è stato portato avanti grazie all’impegno del sottoscritto e del sindaco De Ruggieri e dell’allora presidente Pittella che ha contribuito a trovare i fondi necessari».
Lapolla poi non lesina accuse di carattere politico all’amministrazione alla ricerca di “poltrone e compensi”.
«L’amministrazione non eleggendo ancora una volta, la sesta, il presidente del consiglio ha dimostrato di avere soltanto come unico pensiero quello delle poltrone e delle indennità che sono lievitate enormemente. Tanto che il sindaco prende oltre 9mila euro lordi e gli assessori poco meno lasciando però la città sostanzialmente sul lastrico.
Non viene tenuto nemmeno in considerazione il costo dei Consigli comunali andati deserti, parliamo di sei volte in cui si è tentato inutilmente di eleggere il presidente del Consiglio con un costo complessivo tra diretta streaming, gettoni e altre spese di circa 3mila euro a Consiglio cioè 18mila euro totali. Addirittura ci sono stati consigli in cui la maggioranza non si è presentata. Altro fatto gravissimo. Prima gli stessi 5 stelle dicevano di restituire i compensi delle cariche che ricoprivano ora invece sono arrivati ad aumentarseli al massimo. E questo ha esasperato la ricerca delle poltrone e dei relativi compensi. Per cui nessuno vuole andare a casa».
Lapolla aggiunge che si tratta di «una situazione che va avanti da molti mesi anche se per quanto mi riguarda quest’amministrazione non è mai partita perché non ha una visione, una programmazione come dimostra anche l’incontro odierno sul turismo». Sui motivi per i quali la minoranza non abbia deciso di garantire l’agibilità dei Consigli e quindi il numero legale Lapolla ha chiarito: «perché non è un problema della minoranza, i numeri devono essere garantiti dalla maggioranza. In passato siamo rimasti in sede fino a fine luglio per garantire i numeri. Questo è quello che succede quando un’Amministrazione tiene alla città ma non è questo il caso. E allora è giunto il momento di chiudere quest’esperienza amministrativa. Il sindaco ne prenda atto e si dimetta».
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