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Una bufera improvvisa che mette a rischio 550 lavoratori tra Puglia e Basilicata. E’ il grido d’allarme lanciato dalla Filca Cisl nazionale insieme alle sigle lucana e pugliese rispetto alla decisione di non rispettare il piano industriale che è stata presa dall’azienda di Santeramo che è certamente leader del settore.
«L’inaspettata decisione dell’azienda produttrice di divani Natuzzi, di non rispettare gli impegni sottoscritti quasi tre anni fa e di voler modificare il Piano industriale è grave e inaccettabile. Per questo motivo che abbiamo dichiarato insieme alle Rsu lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti del gruppo».

Hanno dichiarato le segreterie nazionali e regionali di Basilicata e Puglia della Filca-Cisl, a proposito degli sviluppi della vertenza del gruppo di Santeramo in Colle.
I sindacati sottolineano che Natuzzi ha fatto dietrofront rispetto all’accordo del 2018 con la «formula zero esuberi» e questo «mette a rischio i 550 lavoratori in cassa integrazione» e «mette in discussione gli investimenti annunciati a più riprese dall’azienda». Annunciano che il «primo effetto della mobilitazione» è «la sospensione di tutti gli accordi di flessibilità». «Inoltre -aggiungono- abbiamo diffidato l’azienda dal prendere decisioni unilaterali. Nei prossimi giorni verranno svolte le assemblee.

Le difficoltà derivanti dalla pandemia, non possono costituire l’alibi per colpire centinaia di lavoratori e la speranza di un rilancio economico del territorio murgiano» conclude la stessa Cisl. Una decisione che diventa ancora più sorprendente se si considera la congiuntura che è stata descritta in questi ultimi mesi per il settore del mobile imbottito e che vede elementi di controtendenza rispetto alle difficoltà di altri comparti con un numero di ordini di non poco conto nel corso delle ultime settimane e addirittura da settembre ad oggi e invece una difficoltà oggettiva che nasce dalle materie prime che vedono i prezzi schizzare molto in alto e la produzione che rischia di subire per questo dei rallentamenti o dei passaggi a vuoto.

Elementi che comunque sembravano descrivere una situazione di tenuta sostanziale e di segno positivo del settore rispetto al contesto ed alla difficoltà della pandemia e che quindi rendono ancor più sorprendente la situazione di Natuzzi che però evidentemente ha radici ben più lontane e che vanno molto indietro del tempo. Oggi dunque si tratterebbe solo dell’ultima puntata di una vicenda che si trascina da molti anni e che sembrava però destinata ad un finale diverso e con meno apprensioni.

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