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MATERA – Sono saliti sul tetto del capannone della Ferrosud, in contrada Jesce, per difendere la loro fabbrica e il diritto al lavoro, con una retribuzione che ormai tarda ad arrivare da tempo.  Così, ieri pomeriggio, una decina di operai della storica fabbrica materana, hanno avviato una forte forma di protesta, restando tutta la notte sul tetto.

Pochi metri più sotto, in fabbrica, pronti a dare loro il cambio, una sessantina di colleghi.

Si oppongono con forza all’intenzione paventata di avviare una nuova procedura di Concordato preventivo, con il rischio concreto di chiusura totale e la perdita di 84 posti di lavoro.

 Gli operai si dicono disperati, tanto che stamane, con i loro rappresentanti sindacali, protesteranno davanti al tribunale di Matera, «per evitare che i giudici accolgano la richiesta della proprietà che ha presentato un ‘concordato preventivo in bianco; procedura che bloccherebbe l’attività finanziaria e l’eventuale pagamento di spettanze». Operai e sigle sindacali hanno chiesto al prefetto di Matera, Demetrio Martino, un incontro urgente con azienda, Regione Basilicata, Ispettorato del lavoro, consiglieri regionali e parlamentari, denunciando lo stato di esasperazione, e per evitare che «il dramma si trasformi in tragedia.

La mancanza di decisioni da parte del Comitato di sorveglianza dell’Amministrazione straordinaria del Gruppo Mancini -fanno rilevare i sindacati- sta permettendo al gruppo Malena di ripresentare il Concordato preventivo in bianco e di non pagare il salario già da quasi tre mesi alle maestranze già esauste e disperate da anni di vessazioni e incertezze.

Non più tardi di qualche mese fa il Concordato preventivo è stato chiuso per ineseguibilità.

Gli atti sono stati peraltro trasmessi alla Procura della Repubblica competente. Si è assistito e si assiste a un teatrino dove gli attori che si alternano giocano sulla carne viva dei lavoratori disseminando bugie e documenti relativi a finti Piani industriali con inesistenti commesse».

Solidarietà ai lavoratori è stata espressa dal consigliere regionale Luca Braia: «Il governo regionale, mettendo a disposizione impegno e risorse, deve trovare le soluzioni praticabili per sbloccare la vertenza, al fine di scongiurare il fallimento dell’azienda, salvaguardare l’occupazione e mantenere le specificità aziendali.

Occorre creare prima possibile le condizioni per un ripartenza del sito materano».

«Il presidente Bardi deve, oggi più che mai», conclude, «attivarsi senza sosta, non solo come regolatore e garante della correttezza delle procedure, ma anche come promotore di interventi pubblici diretti, passaggio essenziale in questa vertenza, a prescindere dalle vicissitudini giudiziarie di cui si attende l’esito».

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