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L'incendio all'ex liceo Duni di Matera

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Forse qualcuno ha cercato riparo e acceso un fuoco. È una delle ipotesi su cui si lavora per capire le cause dell’incendio all’ex liceo “Duni”

MATERA – Un lucchetto rotto. Il vetro di una finestra rotto. Le fiamme che hanno avvolto in poco tempo l’edificio del liceo classico “Duni” di viale delle Nazioni Unite, chiuso dal 2018, non sono un caso, né una fatalità.
Difficile pensare a un atto deliberato per danneggiare una struttura inagibile da anni.
Più credibile, invece, l’ipotesi secondo la quale a far scattare il fuoco potrebbe essere stato il tentativo di qualcuno che sperava di trovare ricovero in quei locali e, cercando di avviare una fonte di calore, ha perso il controllo.
In pochi attimi il mobilio abbandonato dopo la realizzazione del nuovo edificio inaugurato nel giugno scorso, insieme a carte accatastate hanno fatto il resto, ampliando il perimetro delle fiamme.

OGGI VERTICE PER FARE IL PUNTO SULLA SITUAZIONE


Sull’incendio scoppiato domenica pomeriggio, mentre nel vicino Palasassi stava per disputarsi una partita, stanno lavorando i tecnici del Vigili del Fuoco e quelli della Provincia di Matera. Oggi li incontrerà il presidente Mancini in un vertice convocato per fare il punto e procedere con la denuncia per ora contro ignoti.

INCENDIO ALL’EX LICEO DUNI, LE IPOTESI AL VAGLIO


«Non sappiamo se il rogo sia stato appiccato volontariamente o no – spiega – e dobbiamo verificare ogni elemento raccolto dagli esperti. L’edifico al momento non era interessato da lavori che comunque sarebbero cominciati, essendo disponibile un finanziamento del Pnrr – conclude Mancini – che avrebbe riguardato la messa in sicurezza della struttura. Capiremo se in base all’entità del danno si potrà ripartire con quanto previsto o se sarà necessario prevedere ulteriori interventi».
Le verifiche, infatti, starebbero valutando ogni elemento fra quelli più danneggiati dalle fiamme. Tra cui quelli della struttura del tetto, senza trascurare ovviamente nessun altro particolare per poter avere una visione d’insieme su cui intervenire.
La sede del Liceo era chiusa per inagibilità a settembre del 2018 dal sindaco dell’epoca Raffaello de Ruggieri. «La decisione – si leggeva in una nota del Comune – si è resa necessaria in seguito ad un’esplicita richiesta della Provincia che ha reso noti i risultati di un’indagine di verifica statica dell’edificio effettuata sulle strutture in calcestruzzo.
Le prove di schiacciamento hanno evidenziato una bassa resistenza dei corpi aula. In particolare degli ultimi due piani dell’immobile, al punto da costituire un pericolo anche se sottoposti a carichi verticali permanenti e accidentali».

LA STORIA DEL LICEO


La storia del liceo Classico “Duni” (a cui dal 2015-2016 si è aggiunto il liceo Artistico “Levi”, ndr.), ha origine a novembre del 1864. Dopo la trasformazione del seminario Lanfranchi in “Liceo-Ginnasio” che diventò “Regio Liceo” nel 1882. Nel 1886 fu intitolata ad Emanuele Duni. Filosofo e giurista materano appartenente ad una famosa famiglia che ha dato i natali ad altri insigni personaggi i cui nomi sono noti alla cultura cittadina. Ad Egidio Romualdo è infatti intitolato il Conservatorio della città. Emanuele Duni insegnò Diritto nell’antico Seminario e poi intraprese la carriera universitaria come docente ordinario di Diritto Canonico e Civile all’Università di Roma. Autore di opere molto apprezzate di Storia e di Filosofia del Diritto tra cui quella sulla giurisprudenza universale o Sistema sul diritto universale, opera dedicata a Tanucci, ministro di Carlo III di Borbone. Il Liceo Duni ha ospitato tra i suoi docenti e tra i suoi studenti personaggi di spicco della cultura locale e nazionale. Tra il 1882-83 nell’istituto insegnò latino e greco Giovanni Pascoli. Il critico letterario Rocco Montano ne fu alunno e apprezzato docente e, tra gli altri, fu brillante allievo di questo istituto il filosofo Eustachio Paolo Lamanna.
Una storia, questa, celebrata nel 2014 con una serie di iniziative, alcune delle quali inserite nel percorso di Matera, Capitale europea della Cultura 2019.

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