Il parco della Murgia Materana
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Nessuna traccia del bando provvisorio di gestione del Parco della Murgia Materana e il sentiero verso il ponte resta chiuso: tante incognite nessuna risposta
Tanti interrogativi sul Parco della Murgia. Sul presente e sul futuro con l’elemento più clamoroso che diventa oggi la mancata definizione della gestione di Jazzo Gattini e di altre aree almeno fino alla fine dell’anno. Un’opportunità non colta e che rischia di veder sopraggiungere una risposta solamente fuori tempo massimo.
Ad oggi infatti niente gestione provvisoria del Parco della Murgia. Il bando scaduto il 29 giugno scorso che pure avrebbe consentito nelle more di pubblicare il bando pluriennale di migliorare la gestione del Parco non è ancora stato assegnato.
MILLE INCOGNITE SUL FUTURO DEL PARCO DELLA MURGIA MATERANA
La stagione estiva ha visto concludersi il suo clou, sono passati quasi due mesi dalla scadenza delle domande ma il percorso tecnico di verifica delle domande presentate non si è ancora concluso. Così come malgrado le rassicurazioni circa l’utilizzo a breve giro del sentiero 406 che dai Sassi porta attraverso il ponte sulla Gravina fino al Parco Murgia non risultano ancora esserci state le novità sperate per rendere nuovamente attraversabile il sentiero stesso.
Continuano a rincorrersi immagini di turisti ed escursionisti che azzardano in maniera sconsiderata l’attraversamento del sentiero e del ponte ma dei lavori e interventi da fare per metterlo completamente in sicurezza non si ha traccia.
Malgrado una nota del 12 maggio scorso dell’amministrazione comunale di Matera che annunciava come imminente la riapertura del sentiero che però, non risulta esserci mai stata.
Sono solo due delle principali questioni in sospeso che riguardano il parco della Murgia materana e che avrebbero richiesto soprattutto in questi periodi di alta stagione una scelta consapevole e rapida che invece non c’è stata. E che soprattutto gli operatori legati al turismo probabilmente attendevano.
Non c’è bando di gestione, non c’è utilizzo del sentiero e del ponte sulla Gravina.
I DUBBI SULLA POSSIBILE GESTIONE ORDINARIA
Non c’è una prospettiva chiara per il futuro dell’area in termini di gestione ordinaria dell’ente con le ripetute richieste di aiuto in termini di personale pronunciate in più occasioni anche pubbliche ma che sono di fatto cadute nel vuoto visto che al momento non ci sono tecnici in grado di poter affrontare a tempo pieno le necessità che ci sono.
In tutto questo vanno anche ricordati altri due elementi di non poca importanza. Da un lato la possibile, anche se non scontata, decisione della Regione di provvedere alla nomina di un nuovo presidente dell’ente essendo scaduti i termini di carica dell’attuale presidente Lamacchia (che pure potrebbe essere nuovamente scelto). E questo è evidentemente altro elemento che contribuisce a condizionare l’azione di un ente che rimane evidentemente in bilico sotto un profilo politico.
L’ultimo elemento da non dimenticare riguarda la recente proposta di riperimetrazione del Parco avanzata in una lettera dal sindaco Bennardi alla Regione e che riguardava in particolare l’area di Cava del Sole e trenta ettari all’interno di Murgia Timone e che se accettata (anche se la procedura è molto complessa) avrebbe consentito di bypassare i problemi per l’utilizzo della Cava stessa o per i fuochi della Bruna, questioni per le quali sono arrivate le valutazioni di incidenza ambientale in deroga solo all’ultimo momento.
Ma si tratta evidentemente di una proposta che ha scatenato tranne singole e sparute eccezioni una lunga fila di no che hanno ricordato ciò che il Parco Murgia rappresenta.
PARCO DELLA MURGIA MATERANA, LE INCOGNITE CHE DESTANO PREOCCUPAZIONE
A preoccupare di fatto è l’insieme di queste questioni a cui se ne potrebbero aggiungere altre vedi gli impegni presi dal Consiglio comunale dopo gli ultimi lavori sulla Murgia. Preoccupa quest’insieme di cose perché dimostra un’evidente difficoltà di riuscire a governare quello che è il futuro del Parco della Murgia materana. Difficoltà di gestione, difficoltà di utilizzo, difficoltà di prospettiva futura, mancanza di personale minimo per poter far fronte alle necessità.
Una situazione che finora superata o ignorata ma che evidentemente ripropone vecchi e nuovi problemi e rischia di disperdere definitivamente ed al di là di qualsiasi interpretazione il lavoro svolto nel parco negli anni passati. Perché senza una gestione continua e senza una possibilità concreta di controllo il rischio incombente è quello dell’incuria a cui si aggiunge evidentemente una fruizione quantomeno parziale delle diverse chiese rupestri che sono sparse sulla stessa Murgia.
Un quadro che risulta evidentemente complesso e di difficile soluzione ma che a questo punto obbliga a delle risposte concrete per riuscire a fronteggiare i diversi interrogativi che rimangono sul tappeto e che mostrano un’impasse preoccupante. Emerge la possibilità di una gestione ordinaria ma non di una programmazione di scelte per il medio e lungo periodo che non permettono nemmeno di provvedere in tempo utile all’assegnazione di un bando provvisorio per pochi mesi.
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