Una bolognese tra le 10 giovani che hanno denunciato Urgo
3 minuti per la letturaPer Sisto Salvatore Urgo, 36enne di San Mauro Forte, la Procura di Bologna ha chiesto 5 anni e 9 mesi di carcere. Offriva visite telefoniche e via Skype (anche dai domiciliari), le sue vittime erano studentesse universitarie fuori sede: 10 le denunce in tutta Italia
La Procura di Bologna ha chiesto una condanna a cinque anni e nove mesi per Sisto Salvatore Urgo, 36enne originario della provincia di Matera, che, spacciandosi per ginecologo, offriva consulenze mediche telefoniche a giovani ragazze, spesso studentesse universitarie fuori sede.
Dieci le vittime che hanno sporto denuncia, di cui solo due si sono costituite parte civile.
L’imputato finì in carcere nel novembre 2012 al termine di un’indagine della polizia postale. Dall’inchiesta era emerso che chiamava al telefono le vittime o le contattava tramite Skype, dicendo di essere un medico di ospedali di Bologna o di altre città. Citava quindi esami o sospette patologie per cui le ragazze si erano sottoposte a visite – non è mai stato chiarito come facesse a saperlo – e le invitava a compiere atti di autoerotismo o ad inviargli foto. Sebbene non ci sia mai stato contatto fisico, per gli inquirenti si è configurata comunque la violenza sessuale, per avere violato l’autodeterminazione delle donne nella loro sfera sessuale, aggravata dall’essersi qualificato come pubblico ufficiale. Nella prossima udienza, fissata per il 13 luglio, dovrebbe esserci la sentenza da parte del Tribunale di Bologna.
Urgo, nato a San Mauro Forte, aveva poco più di 26 anni quando, il 12 agosto del 2008, fu denunciato a piede libero perché in via del Corso a Matera, spacciandosi per rappresentante delle forze dell’ordine, chiedeva di perquisirle e palpeggiava le donne. Con questa modalità diverse ragazze furono molestate in centro, soprattutto di età tra i 16 e i 17 anni.
Negli anni, le sue prede sono diventate le studentesse universitarie fuori sede, quasi tutte avevano recentemente effettuato una visita ginecologica in struttura pubblica: il dubbio è che l’uomo fosse riuscito a violare le banche dati degli ospedali per rubare le cartelle mediche delle ignare ragazze. In questo modo, assumendo l’identità di un ginecologo dell’ospedale Maggiore o del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, contattava le “pazienti”, chiedendo loro ulteriori notizie cliniche e si accreditava dimostrando di conoscere particolari sanitari che solo il loro medico poteva sapere.
Così ci ha provato con ragazze di tutta Italia, da Trieste a Savona, Bologna, Forlì, Fermo, Firenze, Grosseto e Foggia, compresa una a lui più vicina di Matera. Sì, perché Urgo operava dalla sua abitazione di San Mauro, dove si trovava in regime di detenzione domiciliare. Da lì, utilizzando mail e telefono intestati all’anziano padre, chiamava al telefono le vittime, e per carpirne la fiducia citava esami o sospette patologie per cui la ragazze si erano sottoposte a visite o esami. Poi le invitava a compiere atti di autoerotismo, o a inviare foto delle parte intime per aiutarlo nella “diagnosi”.
Dai sospetti di 7 vittime, che hanno allertato la Polizia postale di Bologna, sono partite le indagini che hanno permesso di risalire alla postazione informatica del giovane.
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