Nelle tre immagini, la scalinata prima del trattamento, durante e dopo
3 minuti per la letturaMATERA – È saltato sulla sedia, il sovrintendente alle Belle arti e Paesaggio di Matera, Francesco Canestrini, quando ha visto circolare sul web la foto di quella scalinata bianca nel cuore delle Murgia, sui cantieri del Parco della storia dell’uomo. Un pugno nell’occhio, rivelatosi poi una sorta di “allarme precoce”. Infatti, già nel pomeriggio di martedì la famigerata scala bianca sulla Murgia appariva ben diversa, perché chi stava mettendo in opera la pietra, l’aveva già parzialmente trattata (bocciardata) come da progetto, integrandola molto meglio con l’habitat rupestre.
A documentarlo per il Quotidiano, sono le foto scattate dal presidente dell’Ente Parco, Michele Lamacchia, anche lui saltato sulla sedia alla vista di quelle immagini sui social, tanto da recarsi subito sul posto per verificare che, effettivamente, la foto del web fosse di un cantiere ancora aperto. Infatti, l’immagine circolata sui social, subito oggetto di comprensibile e corale disapprovazione, ritraeva la scala da una prospettiva che la faceva sembrare più lunga, quando in effetti si tratta di soli 8 scalini, e comunque ancora in fase di allestimento. Da ieri, come documentiamo nelle foto qui sopra, l’opera appare molto meglio integrata e quel “candore molesto”.
«Ho verificato di persona che la pietra utilizzata è quella conforme al Piano del Parco (articolo 50 punto 10), redatto dall’architetto Lorenzo Rota. -ci ha spiegato Lamacchia- Quelle brevi scale sono funzionali all’accesso alla soprastante piazzetta San Falcione, dove è prevista la fermata dei bus per i visitatori. La pietra appariva bianca nelle foto di cantiere, perché non era stata ancora bocciardata, come previsto nel progetto. Tutto ciò che è realizzato in quel sito è conforme al progetto verificato e validato, compresi i materiali da utilizzare, quindi non c’è da attendersi nulla di non conforme, o alterato».
Del resto, il Comune è ente committente e proprietario dell’area, dunque con pieni poteri di veto in caso di non conformità.
Canestrini, raggiunto telefonicamente dal Quotidiano nella mattinata di ieri, si trova fuori città per ragioni personali e si è detto «spaventato» da quelle prime immagini circolate sui social. «Nei prossimi giorni tornerò a Matera e verificherò quanto è accaduto -ci ha detto- di sicuro se la scalinata non dovesse risultare compatibile ed integrata nel paesaggio, se funzionale e necessaria, dovrà essere realizzata con materiali compatibili.
È questa la linea che la Soprintendenza sta adottando per tutti i lavori della Murgia, come è accaduto con i tanto criticati muretti a secco, che sono stati coperti con del terreno, quindi in poco tempo saranno perfettamente integrati con l’habitat murgiano». Caso chiuso, quindi, almeno secondo chi è preposto a vigilare su quando accade nei cantieri della Murgia, dove secondo il Pd cittadino si starebbe consumando «uno scempio. Interventi di tale tipo richiedono una reazione coesa da parte di politica e istituzioni, le quali non possono tacere. -fanno sapere dal Pd- Il rischio è quello di un danno irreversibile per il patrimonio culturale e naturale e di conseguenze negative per la città di Matera, destinazione turistica raggiunta ogni anno da cittadini provenienti da tutto il mondo.
L’obiettivo di qualsiasi intervento per un territorio come quello del Parco dovrebbe essere quello di renderlo fruibile in una logica di compatibilità ambientale e naturalistica; percorso da ragiungere attraverso la condivisione con la cittadinanza. La comunità deve essere partecipe del cambiamento, in quanto persone che vivono il luogo, ne colgono l’essenza e la salvaguardano per le generazioni future».
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