Uno sbarco di migranti in Calabria
4 minuti per la letturaSolidarietà dal mondo ecclesiastico e politico-istituzionale a don Antonio Polidoro, parroco di San Giulio nel quartiere Terzo Cavone
SCANZANO J. (MT) – «Solidarietà» a don Antonio Polidoro, parroco di San Giulio – nel quartiere Terzo Cavone, a Scanzano Jonico (Matera) che aveva deciso di destinare alcuni locali della parrocchia all’ospitalità dei migranti, suscitando le proteste di un gruppo di fedeli – è stata espressa in una nota dal Prefetto agli studi dell’Istituto teologico interdiocesano di Potenza, don Gianluca Bellusci, e dal collegio dei docenti. Nella nota si spiega che la decisione di don Polidoro (che è anche docente di teologia morale nello stesso istituto) è stata presa «in dialogo con la curia della diocesi, e quindi di concerto con la prefettura di Matera».
Il Consiglio presbiterale a nome di tutti i sacerdoti della diocesi di Matera – Irsina, sentito l’Arcivescovo, esprime, attraverso un comunicato stampa, «vicinanza e solidarietà a don Antonio Polidoro e a tutta la comunità di Scanzano e Terzo Cavone in questo momento di prova, per le incomprensioni e le contestazioni immotivate sollevate da un gruppo di residenti a Terzo Cavone circa la realizzazione di tre mini appartamenti per l’accoglienza di donne e bambini immigrati, che non va a toccare l’uso dei locali già adibiti ad attività pastorali. «Il progetto – condiviso dalle comunità parrocchiali di Scanzano e Terzo Cavone, dalla Caritas diocesana, da tutta la Diocesi che ha investito un fondo di 30mila euro come opera segno del giubileo della Misericordia, dal Sindaco che ha messo a disposizione i locali, con il consenso di tutte le Autorità competenti – è un gesto nobile che rende tutta la comunità accogliente e solidale verso le persone che vivono condizioni disagiate e di marginalità, quali i fratelli e le sorelle immigrati, per offrire loro non solo un tetto ma l’integrazione necessaria per sentire il calore di una famiglia. Il progetto, di chiara ispirazione evangelica, è in linea con le indicazioni di Papa Francesco, che invita non solo le comunità cristiane ma tutta la società ad accogliere, ed è, altresì, coerente con i valori della comunità di Scanzano e Terzo Cavone, comunità da sempre aperta e integrata, capace di accogliere e far sentire a “casa” persone provenienti da oltre cinquanta comuni dell’entroterra lucano. Siamo convinti che Scanzano e Terzo Cavone accogliendo queste persone bisognose, in accordo con le Istituzioni locali, stia scrivendo, insieme al progetto della “Città della Pace”, un’altra pagina bella della sua storia. A don Antonio l’affetto e il sostegno della preghiera da parte di tutti i confratelli e alla Comunità di Scanzano e Terzo Cavone l’augurio di tenere sempre vivi e alti i valori della solidarietà, dell’accoglienza e della capacità di integrazione».
Anche la politica si muove: «Nel luglio dello scorso anno la Regione Basilicata ha approvato la legge regionale n. 13 in materia di accoglienza, tutela e integrazione dei cittadini migranti e rifugiati. Essa, probabilmente passata sotto silenzio agli occhi di larga parte dell’opinione pubblica, ma rappresenta una legge di grande civiltà e significativo punto di partenza per l’attuazione di politiche di coesione sociale destinate a supportare la crisi umanitaria in corso», afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Roberto Cifarelli. «La Basilicata, infatti – prosegue Cifarelli – da sempre crocevia delle culture del Mediterraneo e terra di migrazioni, ha una oramai consolidata cultura dell’accoglienza. Questa premessa stride con forza nell’apprendere della difficoltà da parte dei locali residenti di ospitare a Terzo Cavone di Scanzano Jonico tre madri e nove bambini già riconosciuti come rifugiati. Dodici persone, un piccolissimo numero che, però, crea spavento, e che fa chiudere le porte anziché aprirle di fronte alle enormi tragedie umanitarie del nostro tempo. Conosco la fede e l’impegno di Don Antonio Polidoro, il parroco di Scanzano Jonico – sottolinea Cifarelli – che non si risparmia di fronte ai poveri ed agli ultimi, così come non si è sottratto dal solidarizzare in modo materiale con le mamme ed i bambini profughi accogliendoli, come è giusto che sia e come ha chiesto lo stesso Papa Francesco, nei locali nella sua disponibilità a Terzo Cavone. Sottolineo, altresì, la sensibilità e la serietà del sindaco di Scanzano Jonico, Raffaello Ripoli, che, insieme con gli altri sindaci della Provincia di Matera, ligio ai suoi doveri d’ufficio non si è sottratto all’appello della prefettura di Matera nel dare una disponibilità a superare questo difficile momento. A Don Antonio e a Raffaello Ripoli – conclude Cifarelli – sento di rivolgere la mia più sentita solidarietà e gratitudine invitando entrambi a proseguire nella propria attività a favore della comunità e perché Scanzano Jonico viva serenamente questa esperienza di accoglienza con maturità ed altruismo».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA