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L'opera "Effetto di neve" rubata circa una decina di giorni fa dal museo di palazzo Lanfranchi a Matera

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Dipinto rubato a Matera, il triste quadro della sicurezza dei musei lucani

MATERA – Il furto c’è stato. I dettagli scarseggiano ma sulla questione si era mosso direttamente il ministro Sangiuliano con una lettera ai Carabinieri. Ieri intanto la direttrice del Museo Mauro non ha potuto far altro che ammettere, una volta uscita la notizia del “Quotidiano” che «Nei giorni scorsi è stata trafugata un’opera esposta nella sede di Palazzo Lanfranchi del Museo nazionale di Matera. Si tratta del dipinto “Effetto di neve” databile al settimo decennio del XIX secolo dell’artista venosino Giacomo Di Chirico (Venosa 1844 – Aversa 1883), facente parte della Collezione Camillo D’Errico di Palazzo San Gervasio. Il riserbo sulla vicenda è determinato da una scelta investigativa per consentire alle forze dell’ordine di effettuare accertamenti speditivi in città».

Sul fatto sono in corso indagini dei Carabinieri della Compagnia di Matera e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari per chiarire le dinamiche della sparizione del quadro rubato. Appresa la notizia a poche ore dal suo insediamento, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, aveva immediatamente inviato una lettera al Comandate dei Carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale. Molti permangono gli interrogativi sulle modalità di quanto avvenuto, su quando il fatto si è verificato, su come sia stato possibile.

Su quali siano gli standard di sicurezza garantiti? O su quanto tempo è passato tra il furto e la sua scoperta? Tutti elementi che però non trovano alcuna risposta almeno per il momento. Rimane “l’imbarazzo” per il tempo trascorso tra il furto stesso e la sua conoscenza pubblica determinata probabilmente solo dalla pubblicazione ieri dell’articolo del “Quotidiano”. Così come c’è da comprendere se ci sono immagini che mostrano il furto e telecamere che hanno immortalato l’evento. Altri interrogativi che attendono di essere sciolti.

Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi ieri a Aliano trova il modo di scherzare ma anche di sottolineare due concetti importanti cioè lo scarso valore del quadro sotto il profilo economico e la preoccupazione per la sicurezza all’interno dei musei che emerge da questa vicenda. «Il quadro è stato trafugato qualche giorno fa, non se ne erano forse accorti» scherza Sgarbi. «Un dipinto tenero, di importanza memorialistica ma di importanza artistica modesta, sarà un problema venderlo per i ladri». Poi aggiunge: «Elemento fondamentale è che non c’è abbastanza sicurezza nei musei. Determina stupore la facilità del furto. Ho letto che c’è stata timidezza nel comunicare questo furto dall’ottima direttrice».

Preoccupazione per quanto avvenuto è espressa anche da Mario Saluzzi fino a poche settimane fa Conservatore della Pinacoteca D’Errico di Palazzo San Gervasio interessata all’evento perché l’opera rientra tra quelle della pinacoteca: «rimaniamo stupiti» spiega Saluzzi oggi nella sua veste di consigliere comunale a Palazzo San Gervasio, «di quello che è accaduto. Di come sia possibile accorgersi a distanza di tempo, forse addirittura di giorni di un evento del genere, se ci siano immagini di quanto accaduto e della necessità comunque che venga potenziata la struttura di sicurezza all’interno del museo insieme ad una presenza di personale adeguata che è fondamentale per prevenire queste situazioni. Siamo fiduciosi che si arrivi a ritrovare l’opera e che venga restituita al museo».

Preoccupazione anche dall’attuale cda della pinacoteca D’Errico: «Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Morale si riserva di prendere tutte le iniziative e decisioni a tutela del patrimonio di una comunità che rivede nella collezione d’Errico la propria storia e le proprie radici». Alla preoccupazione che arriva anche da Palazzo San Gervasio si aggiungono gli interrogativi e i dubbi su quello che è accaduto e su quali possano essere gli esiti delle indagini che sono in corso.

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