2 minuti per la lettura
POMARICO – Torna la battaglia del pane a Pomarico? Potenzialmente sì.
La memoria torna quasi indietro di anni, quando il compianto Antonio Bonavista fece partire una querelle politica e sociale di quel tipo. Questa volta, invece, l’attenzione dedicata al tema nasce da un documento firmato da Angela Vitella, in qualità di commissario cittadino di Fratelli d’Italia.
«Sicuramente il pane prodotto a Pomarico è un alimento di alta qualità. Il suo gusto e la sua fragranza sono, fuor di dubbio, invidiati per materie prime e lavorazione. Però –è l’inizio della nota- non bisogna dimenticare che trattasi di un bene di primaria necessità e che quindi deve avere un costo accessibile a chiunque. In questi giorni, abbiamo dovuto prendere atto di un aumento rilevante per questo prodotto, dove per effetto del libero mercato, i produttori locali hanno deciso che subisse un’impennata secca del 30%. Infatti, il costo del pane è passato da 2.00 euro/kg a 2.60. Il gap di 0.60 cent/kg –tuona dunque Vitella- non può essere giustificato in nessun modo».
Dalle stesse righe s’apprende, poi, che Vitella sicuramente non disdegna un discorso più generale. Senza con questo giustificare la scelta dei panificatori.
«Pur nella consapevolezza –aggiunge infatti il commissario di FdI- che il costo delle materie prime sia sicuramente salito (visto il disastroso quadro economico nazionale), se prendiamo gli ultimi dati Istat, si parla di aumenti (per le materie prime-mercato interno) che vanno dal 7,5 al 10%. Non dobbiamo dimenticare che la crisi economica ha colpito tutto il tessuto sociale, incluso la nostra piccola realtà cittadina.
Tale decisione, da parte dei panificatori locali di aumentare vertiginosamente il prezzo risulta essere a nostro giudizio», è infatti la chiosa. Ma non finisce qui. «Inoltre, da un’analisi condotta nei comuni viciniori sui prezzi dell’alimento in questione abbiamo riscontrato che lo stesso, si aggira intorno (ancora oggi) a 2 euro/kg, tenuto conto che anche il pane prodotto nei comuni limitrofi è di qualità non indifferente».
Infine la proposta: «Come forza politica invitiamo, pertanto, ad una seria riflessione sulla scelta adoperata dai fornai, riunitisi in regime di monopolio sul prezzo a rivedere a ribasso l’eventuale aumento in percentuale, se non addirittura ad un clemente ritorno al passato». Infine, l’ipotesi già praticata anni or sono. Quando appunto si facevano arrivare forniture di pane da altri comuni, ovviamente a prezzo più basso di quello locale.
«Caso contrario, sarà inevitabile e/o addirittura fisiologico che il mercato dell’oro da tavola si aprirà alle “frontiere pomaricane” nel buon nome della cosiddetta legge di mercato».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA