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MATERA – La motivazione fornita “tra i denti” è che non ci sarebbe acqua negli invasi, così decine di aziende della Valbasento, compresa Tecnoparco, sono ferme dal 10 agosto per la mancanza della risorsa utile a raffreddare gli impianti.
Una situazione davvero paradossale, che ha costretto anche aziende a ciclo continuo a chiudere i battenti, mettendo i lavoratori in ferie forzate, peraltro senza sapere quando finirà, ovvero quando sarà riaperta la Traversa di Trivigno, che dà acqua all’area produttiva del Materano. Con le industrie, sono entrati in crisi anche decine di coltivatori, alcuni anche sperimentali come i campi di bambù e melograno nella zona di Salandra.
Dura la presa di posizione delle segreterie confederali dei sindacati Cgil (Eustachio Nicoletti), Cisl (Giuseppe Bollettino) e Uil (Bruno Di Cuia), che chiedono al prefetto, Rinaldo Argentieri, un Tavolo urgente per affrontare la situazione in maniera risolutiva.
«Tale situazione -spiegano i sindacati- rasenta l’assurdo, perché la mancata erogazione dell’acqua ha comportato, ormai da diversi giorni, la sospensione di tutte le attività produttive presenti e interroga tutta la comunità della provincia di Matera a quale posto viene collocata la Valbasento, nella lista delle priorità dell’attuale Governo regionale per il ripresa e rilancio della Basilicata.
È opportuno ricordare che nella zona industriale della Valbasento, sono presenti aziende con lavorazioni a ciclo continuo, la cui fermata sta causando ingenti danni tecnici e notevoli perdite economiche, oltre che mettere in seria discussione, l’attuale assetto occupazionale, come già pervenuto tramite comunicazione ufficiale da parte di alcune di queste.
Si tratta di un colossale paradosso, perchè in una regione ricca di invasi e acqua in grado di garantire l’approvviggionamento anche alle regioni limitrofe, mai avrebbe dovuto verificarsi la sospensione dell’acqua alle aziende produttive di una importante, storica e strategica zona industriale fondamentale per il rilancio economica e occupazionale di tutto il territorio lucano.
La condizione della Valbasento si aggrava notevolmente, se si tiene conto del combinato disposto tra le difficoltà create dall’istituzione regionale anche alle pochissime aziende che hanno inteso investire in questo territorio e l’assenza di una seria programmazione industriale indispensabile per l’attrazione di nuove attività produttive, soprattutto in questa fase post pandemica.
Per questo, sollecitiamo tutte le istituzioni territoriali, ognuno per le proprie competenze e responsabilità, ad intervenire per tutelare il tessuto industriale della provincia di Matera impegnando formalmente e direttamente il Governo regionale della Basilicata, che si ritrova in pieno torpore e in un preoccupante immobilismo amministrativo.
Ribadiamo la richiesta della convocazione di un Tavolo urgente, in caso di mancata risoluzione dell’approvvigionamento dell’acqua alle aziende della Valbasento, attiveremo tutte le azioni per tutelare le aziende e i livelli occupazionali». Per la cronaca, il livello di acqua negli invasi lucani è superiore a quello del 2020, quando la Valle non ha subito tagli.
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