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TITO – Pensavano di aver curato tutto nei minimi particolari per portare a termine un furto che, se fosse andato a buon fine, avrebbe permesso di portarsi a casa un bottino cospicuo. A intralciare i loro piani un sistema di videosorveglianza che, evidentemente, ha ben funzionato. Così, mentre i malviventi iniziavano ad asportare diversi generi alimentari e bevande, sul posto arrivavano quattro pattuglie della Ronda e i carabinieri del nucleo operativo della Radiomobile del Comando provinciale di Potenza e della stazione di Tito.
Prima – secondo una ricostruzione non ufficiale – alcuni colpi esplosi da parte dei malviventi per liberarsi delle forze dell’ordine, poi un proiettile (sparato presumibilmente dai carabinieri), che ha colpito all’addome uno dei malviventi, un 29enne. Il proiettile è entrato ed uscito dall’addome.
I fatti: intorno all’una nella notte tra domenica e lunedì almeno sei persone hanno raggiunto il “Cash & Carry Talento”, situato nel cuore della zona industriale di Tito Scalo. In cinque sono riusciti ad entrare all’interno della struttura, abbastanza ampia. Sono entrati dopo aver fatto un buco dalla parte destra della struttura. Un foro di un metro quadrato: sono riusciti a tagliare uno spessore di cemento armato di circa venti centimetri. Sono entrati, ma il sistema di allarme (composto tra l’altro anche dalla video-sorveglianza) a loro insaputa è comunque partito.
L’allarme arriva alla centrale operativa della Ronda – cui è affidata la videosorveglianza del Cash & carry – alle 2.20. E viene così inviata una prima pattuglia sul posto. Nel frattempo, però, la terza centrale operativa (quella si occupa della videosorveglianza all’interno), mostra le immagini di persone all’interno della struttura. Parte allora una seconda pattuglia dell’istituto di vigilanza e, contemporaneamente, la chiamata ai carabinieri.
I malviventi, nel frattempo, hanno iniziato a prelevare dagli scaffali generi alimentari, bibite e cartoni e tutto ciò che facilmente si poteva prendere e trasportare facilmente. Hanno poi posizionato il tutto – probabilmente per poterlo caricare su qualche mezzo – ma a guastare i loro piani ci hanno pensato le diverse pattuglie dei carabinieri, giunte prontamente sul posto insieme alle due auto dell’Istituto di vigilanza. I ladri sono stati così beccati in flagranza di reato. A quel punto hanno provato a fuggire: è partito un inseguimento a piedi fino all’esterno del capannone.
Qui ci sarebbe stato un conflitto a fuoco: alcuni colpi sarebbero stati sparati prima dai ladri per liberarsi dei carabinieri, e successivamente da parte dei militari dell’Arma sarebbe partito un proiettile, che ha colpito all’addome uno dei malviventi, un 29enne, rimasto ferito.
I carabinieri sono poi riusciti a bloccare tutti e cinque i componenti della banda: a quanto pare però un sesto uomo sarebbe riuscito a dileguarsi. Non è escluso che oltre a quest’ultimo fossero presenti anche altri complici nell’area. Nessuna traccia dei mezzi: sicuramente una o due auto, servite per raggiungere l’area, e un mezzo per caricare la refurtiva. Tutti e cinque provenienti dal napoletano, dall’area di Secondigliano: alcuni di loro già noti alle forze dell’ordine per il reato di furto e rapina. Per quattro di loro sono scattate le manette, un altro invece è stato trasportato al Pronto Soccorso del San Carlo: subito dichiarato non in pericolo di vita, se la caverà con una prognosi di venti giorni.
E’ stato poi trasferito nel reparto della chirurgia d’urgenza, dov’è tutt’ora piantonato.
Determinante è stato quindi l’intervento dei carabinieri della Radiomobile del capoluogo e della stazione di Tito, prontamente giunti sul posto, che hanno portato a termine un’eccellente operazione. Fondamentale è stato però anche il sistema di allarme del Cash & carry, che ha permesso di intervenire in tempi rapidissimi. E infatti nessun danno è stato riportato: il locale ha riaperto poco dopo le dodici di ieri. In mattinata sono continuati i rilievi dei militari e le ricerche per l’eventuale mezzo che – si presume – sarebbe servito ai ladri per arrivare a Tito, e per un altro mezzo per caricare la refurtiva. Proprio la mancanza di quest’ultimi fa pensare alla presenza di altri complici. I quattro, dopo essere stati interrogati, sono stati trasferiti nella Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza.

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