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SONO IN PROVINCIA di Matera i tre comuni della Basilicata dove più famiglie ricorrono all’affitto. Il 1° posto a pari merito spetta infatti a Montalbano Jonico e Stigliano (18,6%), seguiti a poca distanza da Policoro (2° posto con il 17,3%). Il dato emerge da un’analisi* di Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato in Italia nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), che ha tracciato una mappa nazionale degli affitti.
Le locazioni trovano terreno fertile anche in provincia di Potenza, in particolar modo a Venosa (16,8% e 3° posto in regione), Gorgoglione (16,4% e 4° posto), Sant’Arcangelo (16,1% e 5° posto) e Vietri di Potenza (15,8% e 6° posto alla pari con Ferrandina nel materano). Nel potentino, gli affitti hanno una certa popolarità anche a Palazzo San Gervasio e Senise (7° posto ex-aequo in regione con il 15,2%) e Lavello (9° posto con il 14,8%). Tra le prime dieci città della Basilicata si distinguono inoltre i comuni materani di Miglionico, Bernalda (8° posto a pari merito con il 15%) e Aliano (10° posto con il 14,4%).
La maggior parte degli affittuari della Basilicata vive in provincia di Matera (14%), dove la densità di affitti è considerevolmente più alta rispetto alla provincia di Potenza (10,8%).
In Basilicata le locazioni risultano quasi inesistenti nei comuni potentini di Viggianello (ultimo posto in regione con il 2%), Terranova di Polino (penultimo posto con il 3%) e San Chirico Nuovo (terzultimo posto e con il 3,15). Nel materano, gli affitti sono poco diffusi a Colobraro (ultima in provincia con il 6,5%), San Giorgio Lucano (penultima con il 7,6%) e Nova Siri (terzultima con il 9,9%).
Nella graduatoria nazionale degli affitti, la Basilicata è al penultimo posto con il 12%. La classifica è dominata da Campania (1° posto e 24,4%), Valle d’Aosta (2° e 22,5%), Liguria (3° e 22,2%) e Piemonte (4° e 22,1%). Percentuali molto basse di persone che anche in Molise (ultimo in graduatoria con il 10,9%) e Sardegna (terzultima con il 12,5%).
“In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca – prosegue Spronelli – certamente si è avviato un percorso virtuoso. L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l’inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale
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