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INNOVAZIONE è tra le parole più usate del nostro tempo. Spesso le si attribuiscono addirittura poteri magici. Penso si capisca meglio cos’è, se si considerano le sue basi psicologiche. Qualcuno dirà: ma che c’entra la psicologia con l’innovazione? C’entra, eccome! Perché ciò che chiamiamo innovazione è un comportamento evolutivo del nostro cervello.
Breve parentesi. Il nostro cervello non è un monolite. Il suo emisfero sinistro presiede alla logica e al linguaggio; quello destro, alle emozioni e alla creatività. Sono proprio queste ultime a farci combinare (o ricombinare) le idee in modo nuovo. Ora, messa così l’innovazione potrebbe sembrare una cosa complicata, lontana dal nostro consueto modo di affrontare la realtà.
Eppure, ogni giorno noi ragioniamo e decidiamo fuori dagli schemi rigidi della razionalità.
Se questo è vero, possiamo produrre innovazione lasciando libera la mente di fantasticare, di giocare, di fare esperienze originali? Beh, sarebbe del tutto ingenuo pensarlo. È chiaro che più ampie sono la nostra cultura e le esperienze, più riusciremo a risolvere vecchi e nuovi problemi. Nondimeno, gli innovatori hanno tratti di personalità ben precisi. Un vero innovatore, ad esempio, sa andare contro le opinioni correnti e i conformismi; sa tollerare le frustrazioni che derivano dai tanti no che incontra nel suo cammino e molto altro ancora. Non basta affatto la lampadina di Archimede pitagorico!
Non è sorprendente? Più si parla di innovazione, più la società arretra. Certo, le cause sono molte e complesse. Ma dovrebbe essere ormai evidente a tutti che rigidità e uniformazione non fanno nascere nuove idee. Mentre sono proprio le idee il motore dello sviluppo. Lasciate libere di correre (ma trasformate poi in decisioni), sono le idee a creare benessere. Ovvio, è fondamentale analizzare, progettare, testare, implementare.
Ma il problema non è solo fare bene le cose. Il problema è far e le cose giuste. Solo le idee giuste creano valore. Un’innovazione chiusa è realizzata all’interno di un sistema. Al contrario, un’innovazione aperta è realizzata da una intelligenza collettiva esterna ai sistemi produttivi. In ogni caso, aperta o chiusa, l’innovazione è sempre questione di testa. Il tempo di una cultura (psicologica) dell’innovazione non è ancora arrivato. Forse è tempo di preparare il terreno. Prima di tutto, però, innovazione è il coraggio di cambiare direzione quando una strada non ci porta da nessuna parte.
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