Il crob di Rionero
3 minuti per la letturadi ANTONIETTA LUCIA*
Carissimo assessore Dott. Rocco Leone, a scriverle oggi è una donna lucana malata oncologica.
La mia storia è uguale a quella di tanti altri lucani.
Ho scelto di curarmi al Crob di Rionero, perché credo che sia una struttura di eccellenza. Scrupoloso screening eseguito da giovani medici altamente competenti ed da tecnici esperti.
Dopo la sfavorevole diagnosi sono stata accolta dal personale medico e paramedico in maniera eccellente tanto da farmi sentire a casa.
Le paure sono tante e in speciale modo quando stai per entrare in sala operatoria; queste vengono mitigate dal sorriso degli esperti chirurghi e dal personale di sala che sanno come farti affrontare e alleviare le tante paure e anche a loro va il mio plauso. e che dire della ottima degenza ospedaliera fatta tutta con cortesia e tanta pazienza.
Tutto cambia quando bisogna sottoporsi ai trattamenti chemioterapici. Nulla da dire circa la professionalità dei giovani oncologi (credo nell’entusiasmo dei giovani che sotto la guida di professionisti esperti possono cambiare il mondo). Gli infermieri lavorano senza tregua, passando da un paziente all’altro cercando anche di trovare due minuti per darti un conforto.
Ma è intollerabile che non ci siano poltrone sufficienti per la somministrazione di chemioterapici. Si accede all’accettazione tutti alle 8.30 e si esce, se ti vien bene, alle 16. Bisogna fare la fila per accedere alle poltrone o ai letti e ti può capitare di finire su una semplice sedia poggiando il braccio su un tavolino perché non hai trovato posto (la chemioterapia non è una normale iniezione, dura ore).
Il giorno 7 dicembre, la mia prima esperienza, ero spaesata, avevo trovato una poltrona, stavo comodissima ma alcune persone erano sulle sedie con braccio appoggiato sul tavolino. Pensavo fosse una cosa sporadica ed invece è routine.
Il 28 dicembre seconda chemio, due persone erano già sedute sulla sedia, si libera un posto letto, eravamo un due, io ed un galantuomo che era entrato prima di me, mi cede il posto letto e lui si accomoda su di una sedia con braccio appoggiato sul tavolino. Lo guardavo spesso, a volte si appisolava, io stavo comoda ma mi sentivo quasi una ladra.
Assessore è questa la mia esperienza, uguale a quella di tanti lucani a cui improvvisamente gli viene data una sfavorevole diagnosi e che iniziano un calvario da affrontare con grande pazienza senza avere neanche più la forza di reagire allo squallore.
Assessore giornalmente all’oncologico di Rionero si rivolgono per le terapie 50 persone, provenienti anche dalla Puglia, dalla Campania, dalla Calabria. Perché vengono nel nostro centro oncologico? Perché è una struttura d’eccellenza. Vogliamo distruggere questo ospedale per non acquistare 10 sedie in più ed assumere altri 4 infermieri e qualche medico oncologo?
Non risponda dicendomi che bisogna accogliere meno pazienti per volta, Lei è un medico, sa benissimo che il cancro uccide se non si interviene in tempo, e non mi dica che è una situazione eccezionale che succede a dicembre e ad agosto perché il personale va in ferie. Il diritto alle ferie è sacrosanto, quindi occorre più personale.
Il disagio mi era già stato segnalato da un’amica, ma finché non ci sei dentro non ci credi. La invito a farsi un giro all’oncologico e noterà che l’unico reparto con 50 persone in attesa è il reparto dei trattamenti chemioterapici e sicuramente capirà la necessità e l’urgenza di un Suo intervento.
Assessore, Natale è passato ma tra poco è la befana, servono urgentemente poltrone, fate un dono: donate voi e i vostri colleghi una poltrona all’oncologico, lì sapranno sicuramente come organizzare gli spazi e programmate un aumento di personale per il nuovo anno.
Assessore un ultimo consiglio, vuol far uscire la Basilicata dal torpore? Investi sul welfare.
malata oncologica lucana
e consigliere comunale di Avigliano
Lista Uniti per Avigliano, Art.1
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA