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Allarme delle associazioni di categoria: In Basilicata l’agricoltura va verso lo stato di calamità: «È arrivato il momento di fornire soluzioni e trovare nuovi percorsi»


La produzione di cereali, di olio, di ortofrutta e di uva in Basilicata è ai minimi storici. La crisi è, quindi, profonda e generale, investe tutti i settori dell’agricoltura. È Paolo Colonna, responsabile regionale Legacoop Agroalimentare, a lanciare l’ennesimo grido di allarme. La media di produzione del grano duro non va oltre i 10-15 quintali per ettaro, con picchi negativi anche a 5 quintali in alcune aree interne del materano.

«Rispetto allo scorso anno, si sono già persi oltre 3 milioni di quintali di grano duro in tutta la regione – denuncia Maurizio Carretta, presidente di Unità contadina, storica cooperativa agricola del Vulture -. Le quotazioni attuali non confortano per niente i nostri soci. Alla mancata produzione si aggiunge il dimezzamento dei sostegni derivanti dalla Pac ricevuti nelle scorse settimane. Siamo inghiottiti in una spirale destinata a un rapido fallimento aziendale».

«La situazione è prossima al punto di non ritorno – dichiara Colonna. Oltre al settore cerealico, anche quello olivicolo lucano è compromesso. La prolungata siccità e l’impennata delle temperature nei periodi primaverili non hanno favorito la fioritura. La situazione anomala lascia presagire la chiusura della quasi totalità degli impianti di trasformazione per la prossima campagna di raccolta. Non si salva nemmeno l’ortofrutta – continua Colonna -. Nei frutteti, infatti, non si è riuscita a portare a termine la produzione. Con le scarsissime risorse idriche si sta pensando più che altro a salvare le piantagioni».

«Il nodo cruciale è la gestione delle risorse idriche – aggiunge il responsabile di Legacoop Agroalimentare. «Se dobbiamo continuare a fare agricoltura in questa regione occorre mettere mano senza ulteriori indugi alla gestione delle acque dai bacini. Perché non approfittare dell’assenza della pioggia per opere di bonifica e pulizia per aumentare la capacità di stoccaggio degli invasi, con la parallela ristrutturazione della rete di distribuzione ridotta a un colabrodo? Ogni giorno si registrano rotture degli impianti che lasciano a secco intere aree in piena produzione».

«Non è il momento di fare polemica. Occorre fornire soluzioni e individuare percorsi nuovi per l’agricoltura lucana. Bisogna qualificare processi di aggregazione e proiettarsi verso una differenziazione delle produzioni, promuovere opportunità alternative alle tradizionali colture nel Mediterraneo, visto che la latitudine di alcune coltivazioni si sta sempre più alzando. La multifunzionalità può rappresentare uno degli elementi per uscire sa questo periodo di crisi. Il mese prossimo, come Legacoop Agroalimentare, proporremo alle nostre cooperative e ai produttori nuovi percorsi per fare reddito e provare a tirarsi fuori da questa situazione di enorme difficoltà. Contestualmente – conclude Paolo Colonna – sul Tavolo Verde si dovrà procedere alla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità e all’istituzione ulteriore di un Tavolo di crisi».

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