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Prezzi, l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica: Basilicata terzultima Potenza al 68esimo posto (su 78): rincaro annuo per famiglia di 174 euro


POTENZA Città più care d’Italia: Potenza secondo i dati dell’Unione Nazionale Consumatori si classifica 68esima in Italia (su un totale di 78 città prese in esame) con un rincaro annuo per famiglia di 174 euro. Da questo punto di vista, la Basilicata resta di diritto nel novero delle regioni più virtuose, come già nell’ultima rilevazione, ed è in terza posizione con un aumento dell’inflazione del +0,7% (Fanno meglio solo Molise con lo 0,3% e la Valle d’Aosta con lo 0,5%), ed una spesa aggiuntiva su base annua di 147 euro a famiglia.

L’Istat ha reso noto ieri i dati territoriali dell’inflazione relativa a luglio, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la “top ten” delle città più care d’Italia in termini di aumento del costo della vita. Il dato negativo è che l’inflazione nel mese di luglio è tornata a rialzare la testa a livello generale, arrivando a segnare un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,3% su base annua, confermando in questo modo la stima preliminare.

Saldamente in testa alla top ten delle più care d’Italia, vince ancora una volta la classifica per distacco Siena (che pochi giorni ha vinto anche un’altra classifica, quella stilata dal Censis come miglior università della Toscana ed in cui Siena è riuscita a mettersi alle spalle atenei importanti come quelli delle vicine Firenze e Pisa), che, con l’inflazione più alta, +2,6%, registra anche la maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 663 euro a famiglia.

PREZZI, LA BASILICATA TIENE

La città del Palio dunque “bissa” il primato poco lusinghiero ottenuto a giugno in termini di aumento del costo della vita. Medaglia d’argento, in tempi di Olimpiade, per Bolzano, dove si registra il quarto più alto rialzo dei prezzi, che si attesta sul +2% e determina un incremento di spesa annuo pari a 579 euro per una famiglia media. Medaglia di bronzo invece per Rimini che, con la terza maggiore inflazione del Paese (da questo punto di vista un ex aequo con Benevento mai registrato prima), fermo sul +2,1%, ha registrato una spesa supplementare pari mediamente a 571 euro annui.

Appena fuori dal podio contiamo invece le “prestazioni” di Parma (+1,9%, pari a 516 euro), poi Padova (+1,9%, +488 euro), Trento (+1,6%, +471 euro), al settimo posto Pisa (+1,8%, +459 euro), poi Benevento (+2,1%, +449 euro) e Macerata (+2,2%, +443 euro). Chiude la top ten Pordenone (+1,8%, +440 euro). Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, balza subito all’occhio che nessuno dei Comuni è in deflazione. Al primo posto ancora Biella, con una variazione dei prezzi nulla su luglio 2023, mentre a giugno era scesa allo -0,4%. Medaglia d’argento per la Campobasso (+0,3%, ed un aumento medio per famiglia di +62 euro in un anno), seguita da Caserta (+0,4%, +86 euro).

TRA LE REGIONI PIÙ COSTOSE IL TRENTINO ALTO ADIGE

Possono sorridere da questo punto di vista anche le città di Ancona e Pavia, che vanno ad occupare rispettivamente le quarta e quinta casella della classifica. In testa alla classifica delle regioni più “costose”, invece, con un’inflazione annua volata ormai al +1,8%, vale a dire la più alta d’Italia tra le regioni, c’è il Trentino Alto Adige: la regione registra a famiglia un aggravio medio di 512 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia, dove la crescita dei prezzi stimata nell’1,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 402 euro. Terzo il Veneto dove l’inflazione è al +1,6% e l’aumento annuo per famiglia si assesta sul limitare dei 400 euro: cioè +399 euro.

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