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Nessun progetto di rilievo per la Basilicata nella lista resa nota dal Governo in relazione alla Zes Unica: le altre regioni volano


Zone Economiche Speciali: per ora la Basilicata resta a mani vuote e soprattutto senza progetti di rilievo. Ieri la Struttura di Missione istituita dal Governo per lo sviluppo di insediamenti produttivi e l’ampliamento di quelli preesistenti in tutte le otto regioni della Zona economica speciale (la Zes) unica del Mezzogiorno ha firmato due provvedimenti di autorizzazione unica che riguardano, rispettivamente, l’ampliamento dello stabilimento farmaceutico Novartis di Torre Annunziata nel napoletano (che prevede investimenti per 80 milioni di euro entro il 2025) e la realizzazione di un resort (che si chiamerà “La Maviglia”) su 100 ettari in provincia di Taranto.

«A questi progetti – spiega una nota del Governo – se ne aggiungono ulteriori che hanno beneficiato dell’autorizzazione unica. Tra questi, solo a titolo esemplificativo: la nuova linea produttiva di film innovativi ultra-stabili della IRPLAST S.p.a., in Abruzzo, ad Atessa (Chieti), del valore di 55 milioni di euro; l’ampliamento dello stabilimento di imbottigliamento dell’acqua Fontenoce, della SILA s.p.a, in Calabria, a Parenti (Cosenza), per un valore di 16 milioni, l’insediamento per la produzione, il rimessaggio e la manutenzione di imbarcazioni da diporto della Maxitender S.R.L., in Sardegna, ad Olbia, del valore di 12 milioni.

ZES UNICA, SECONDO LA CGIL È CONTROPRODUCENTE PER LA BASILICATA

Poi l’ampliamento dell’insediamento per l’attività di logistica della NEW FDM S.P.A., in Sicilia, a Modica, nel ragusano, del valore di 13 milioni, il deposito di logistica a temperatura controllata per lo stoccaggio dei prodotti del comparto lattiero – caseario della Di Ciero s.r.l, in Molise, a Campochiaro, (Campobasso), del valore di 8 milioni». E la Basilicata? Per la Cgil Basilicata questo tipo di Zes è addirittura controproducente per il territorio lucano. «La Basilicata addormentata in un sonno profondo. Assente qualsiasi programmazione sia sul fronte dei progetti precedentemente messi in campo sia sulle novità legislative derivanti dalla Zes unica per il Mezzogiorno».

È il ritratto della regione tracciato dalla segretaria della Cgil Basilicata, Michela Carmentano, ricordando che «la nuova Zes che si estende a tutto il Mezzogiorno come da riforma voluta da Fitto consiste nella defiscalizzazione della durata di 10 anni per le aziende che decidono di investire in queste regioni». «La riforma – spiega Armentano – se da una parte sembra essere una grande opportunità per tutto il sud Italia, dall’altra, rispetto alla precedente perimetrazione che in Italia identificava in tutto otto Zone economiche speciali, tra cui le aree interne potenzialmente attrattive dal punto di vista economico e produttivo della Basilicata -come la Valbasento con la zona retroportuale legata al porto di Taranto- ma che per uscire dall’isolamento avrebbero necessitato di sviluppare un piano infrastrutturale articolato – rischiano adesso, ampliata l’area di riferimento, di produrre una maggiore concentrazione sul potenziamento delle aree già più sviluppate e meglio collegate».

LE PERPLESSITÀ SULLA CABINA DI REGIA

La segretaria Cgil Basilicata fa riferimento, in particolare, all’istituzione di una cabina di regia centralizzata a Roma, prevista dalla Zes unica, parlando di una «scelta che suscita non poche perplessità in quanto ciò significa che le decisioni e il coordinamento saranno assunti da un organismo distante dai territori interessati, non solo dal punto di vista fisico, ma anche in termini di conoscenza profonda dei territori e loro dinamiche».

Quello della Zes unica del ministro Raffaele Fitto è invece «l’ennesimo pasticcio determinato da ignoranza e supponenza mascherati dalla solita propaganda», dice il deputato del Movimento 5 stelle, Arnaldo Lomuti. Il deputato lucano parla di un aumento incontrollabile di richieste per investimenti incentivati nella Zes unica delle regioni del Sud come conseguenza diretta dell’incremento fino a 100milioni del massimale su cui lo Stato prometteva di riconoscere il 60% di crediti d’imposta. Per questo, secondo il parlamentare pentastellato, «le risorse disponibili si sono rivelate insufficienti e l’Agenzia delle Entrate ha ridotto i crediti d’imposta riconosciuti al 10% degli investimenti in questione».

Lomuti evidenzia anche «la Zes unica penalizza la Basilicata più di tutte le altre regioni». Sfidando «chiunque voglia fare impresa, a scegliere, a parità di agevolazioni, se investire nelle nelle regioni dove sono presenti le infrastrutture o venire in Basilicata dove semplicemente non esistono». «Ma la criticità principale è un’altra – dice Lomuti -: i soldi per i lavori devono essere anticipati dalle aziende. Non è un elemento di poco conto, dato che le piccole imprese non hanno la capacità finanziaria delle grandi. La stragrande maggioranza delle nostre Pmi sarà costretta a rinunciare».

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