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Centro Studi e Uil analizzano i dati dell’osservatorio precariato Inps: a crescere sono solo i voucher…
NEL primo semestre 2016 le assunzioni a tempo indeterminato in Basilicata sono state 6.360 con un calo del 27,7 per cento rispetto al primo semestre 2015 (8.802); le assunzioni a termine invece sempre nel periodo gennaio-giugno 2016 sono state 16.588 rispetto alle 18.794 di gennaio-giugno 2015 e le assunzioni in apprendistato 628 contro le 402 dei primi sei mesi 2015. Il complesso di assunzioni pari a 23.576 segna il 15,8 per cento in meno dello stesso periodo 2015. Lo rileva una nota congiunta Centro Studi Sociali e del Lavoro Basilicata e Uil Basilicata che hanno rielaborato su scala regionale i dati dell’Osservatorio Inps sul Precariato diffusi ieri.
Le cessazioni dei rapporti di lavoro nel primo semestre 2016 in Basilicata ammontano a 18.188 contro le 19.406 del primo semestre 2015 (-6,3 per cento) di cui 11.971 rapporti a termine (contro 12.510), 5.958 a tempo indeterminato (contro 6.533) e 259 di apprendisti (363).
Solo 274 sono state le trasformazioni dei rapporti di lavoro da tempo determinato ad indeterminato per effetto della fruizione dell’esonero contributivo (legge 208/2015).
In crescita l’ammontare dei voucher (valore nominale 10 euro): nei primi sei mesi 2016 poco meno di 500mila euro contro i 365mila del primo semestre 2015 (più 29,8 per cento).
«Non può non allarmare – è il commento contenuto nella nota congiunta Centro Studi e Uil – la costante discesa delle assunzioni a tempo indeterminato, ma ancor più preoccupante è che il lavoro a termine non riesce a recuperare neanche parzialmente il “deficit” di assunzioni rispetto al 2015. Certamente, molte aziende hanno anticipato al 2015 le assunzioni previste quest’anno, ma il dato, in generale, sembra segnalare soprattutto molta cautela e prudenza del nostro sistema produttivo».
Secondo Centro Studi e Uil «il continuo crescere dei voucher deve portare il legislatore a porre paletti più rigidi rispetto al solo obbligo di comunicazione, così come prevede il Governo. La prossima Legge di Stabilità dovrà comunque prevedere un intervento strutturale di riduzione delle tasse sul lavoro – si legge infine nella nota – sia per dare respiro ai consumi sia per incentivare selettivamente le imprese che coraggiosamente, comunque, assumono».
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