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POTENZA – Ha colpito la seconda ondata dei messaggi di stop al reddito di cittadinanza anche nella regione Basilicata. I nuovi dati parlano di 1.888 sospensioni. Ai 1.600 di luglio, si sono aggiunti ora altri 288 sms a coloro che lo perderanno dal 1’ settembre. «L’aumento del costo della vita per effetto dell’inflazione che non si arresta – afferma Vincenzo Tortorelli, segretario generale della Uil Basilicata – e che a Potenza è solo di un paio di punti percentuali minore agli altri capoluoghi di regione, destinato a pesare ancora sui costi scolastici per le famiglie e le spese autunnali, il permanere di forme di lavoro povero e precario, una sanità in decadenza, la sospensione da questo mese del reddito di cittadinanza per altre centinaia di nuclei familiari lucani stanno mettendo in difficoltà welfare ed economia in Basilicata.
Priorità per la difesa del welfare e del lavoro. C’è una carenza sempre più accentuata di dipendenti nella sanità pubblica così come non si riescono a coprire le cattedre a scuola, non si trovano figure professionali sia nel terziario che nel manifatturiero e in agricoltura: il lavoro sia nel pubblico che nel privato vive un momento molto delicato. Se non s’interviene nell’immediato con delle misure concrete, si rischia di allargare innanzitutto le disparità sociali, acuendo il disagio delle famiglie e dei lavoratori a salario basso, accrescendo il numero di nuclei familiari in povertà che ricorrono alla Caritas».
«A tutti questi fattori negativi – dice segretario – bisogna aggiungere che la questione relativa al finanziamento del Fual (Fondo Unico Autonomie Locali L.R. 23/2018) che riguarda tutti i comuni e le due province di Potenza e Matera non ha ancora trovato una soluzione certa e in tempi rapidi. Inoltre il rinnovo dei contratti del settore pubblico e privato, con detassazione annessa anche sul secondo livello di contrattazione, l’indicizzazione delle pensioni in linea con le direttive europee, il finanziamento della sanità pubblica, sono solo altre priorità da mettere in campo».
«Siamo preoccupati – dice Tortorelli – per i cittadini che probabilmente nei prossimi mesi vedranno le liste d’attesa per prestazioni e servizi alla salute allungarsi e magari i propri figli con delle ore non coperte a scuola viste le difficoltà a reperire personale. Come siamo preoccupati per i lavoratori precari o in cassa integrazione, gli over 50 senza lavoro».
«Per queste ragioni – annuncia il segretario – saremo impegnati con le categorie e sui territori, nel sostenere le nostre posizioni. A livello nazionale, contemporaneamente, parteciperemo a tutti i confronti e ai tavoli aperti con il Governo, avanzeremo le nostre proposte e staremo al merito dei problemi. Sulla base dei contenuti di quei provvedimenti, esprimeremo le nostre valutazioni e assumeremo le nostre decisioni partendo dalla consapevolezza che i diritti fondamentali costituzionalmente conquistati mai come oggi sono messi in discussione. Prevediamo un autunno complicato, per questo che chiediamo un’accelerazione nelle scelte nazionali e regionali che riguardano questi temi».
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