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L'interno dello stabilimento Stellantis

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MELFI – Un mese di cassa integrazione per circa 7.000 dipendenti: da oggi al 30 maggio lo stabilimento ex Fca oggi Stellantis, si ricorrerà alla cig. Si tratta dell’ennesimo ricorso agli ammortizzatori sociali, che stavolta si abbinano alla chiusura totale della produzione tra il 3 e il 10 maggio.

La giustificazione di questo nuovo ricorso alla Cassa integrazione è sempre legata alle problematiche di mercato, con le vendite in calo per via del calo della domanda legato alla pandemia, nonché dell’assenza di alcuni componenti: la «crisi dei semiconduttori» che sta investendo tutto il pianeta e il settore dell’automobile in particolare. Fca non dispone dei componenti sufficienti (i microchip) a garantire la produzione dei suoi modelli. La carenza è una delle conseguenze sull’economia mondiale della pandemia di Covid-19.

Dagli impianti di Melfi escono i modelli della Jeep e la Fiat 500X . La fabbrica lucana si era trovata alle prese con il medesimo problema già all’inizio dell’anno (in particolare a febbraio) ma la mancanza di microchip – installati sulle centraline elettroniche dei veicoli e fondamentali per il funzionamento di ogni vettura – ha costretto altre case automobilistiche in questi mesi a lavorare a singhiozzo.

Ma – a parte la stretta contingenza della carenza di componentistica – dietro la preoccupazione di lavoratori e loro rappresentanti c’è anche la poca chiarezza dei vertici aziendali circa gli scenari futuri e riguardo al nuovo piano aziendale che soprattutto a Melfi sembra vertere verso il taglio di una linea produttiva. San Nicola di Melfi dal punto di vista produttivo è da tempo il fiore all’occhiello del mondo Fca in Italia e in Europa.

Sono stati i rappresentanti dei lavoratori a confermare questi eventi che riguarderanno da vicini i lavoratori. Gli stessi sindacati che il 28 aprile, sono stati interessati dalla convocazione per il cosiddetto “esame congiunto” da parte dei vertici di Stellantis, meccanismo utile per la conferma della richiesta di un nuovo periodo di cassa integrazione.

Ma i sindacati sono contrari a questo ricorso agli ammortizzatori: «Questi continui stop legati ai problemi di fornitura ad oggi non vedono una soluzione e impattano in modo forte sul salario dei lavoratori», così il segretario regionale della Uilm, Marco Lomio; non meno dure sono state le parole usate nei commenti da parte della Fiom (dal sindacato infatti è arrivata la secca contrarietà all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, soprattutto perché mancano alcune garanzie che lo stesso sindacato ha chiesto negli ultimi incontri con l’azienda).

Altre sigle come l’Usb, hanno contestato il fatto che siano sempre i lavoratori a pagare in termini di salario: tanto più dopo che si è parlato di Stellantis come produttore mondiale di auto, un vero e proprio colosso dell’automotive.

Secondo i sindacati, la cassa integrazione può essere usata, ma poco e soprattutto se nel frattempo ai lavoratori vengono date e ufficializzate le adeguate garanzie future sulle strategie e sulle politiche industriali del gruppo: per ora ci sono le recenti promesse di non toccare l’occupazione e non ridurre le linee produttive dette così da Tavares e da altri responsabili di Stellantis. E un maggio in stand-by.

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