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Il presidente Piergiorgio Quarto e il direttore Francesco Manzari, con le aziende locali impegnate nella creazione di una filiera, a Villa d’Este di Cernobbio sul Lago di Como per la XV edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato in collaborazione con lo Studio Ambrosetti
POTENZA – «Lo storico via libera dell’Unione europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari è una notizia che ci soddisfa anche perchè è un risultato che nasce anche dalla manifestazione sul latte organizzata nei mesi scorsi a Potenza dinnanzi alla sede della Regione»: è quanto fa sapere il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, che assieme al direttore, Francesco Manzari, e alle aziende lucane impegnate nella creazione di una filiera del grano e del latte, partecipa a Villa d’Este di Cernobbio sul Lago di Como alla quindicesima edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello Studio Ambrosetti.
«Si tratta di un risultato importante che deve impegnare ancora di più gli allevatori a legare il latte lucano all’identità della regione». Il provvedimento riguarda l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere indicata in etichetta con “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”; “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte e’ stato condizionato”; “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte e’ stato trasformato”. Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta con la dicitura: “origine del latte: nome del paese”. Se invece le operazioni indicate avvengono nei territori di più paesi membri dell’Unione europea, possono essere utilizzate le diciture: “miscela di latte di Paesi UE” per la mungitura, “latte condizionato in Paesi UE” per il condizionamento, “latte trasformato in Paesi UE” per la trasformazione.
«In questo modo si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy, con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri – evidenzia Manzari – cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero». Ad essere tutelati sono anche i consumatori italiani – fa sapere Coldiretti – che nel 2015 hanno acquistato una media di 48 chili di latte alimentare a persona, mentre si posizionano al settimo posto su scala mondiale per i formaggi con 20,7 chilogrammi per persona all’anno dietro ai francesi con 25,9 chilogrammi a testa. «La scelta di trasparenza fatta in Italia – conclude Manzari – è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato 2,3 miliardi (+5%) nel 2015».
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