La sede della Banca d'Italia
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POTENZA – È «in affanno» l’economia lucana nei primi nove mesi del 2022, durante i quali si è assistito ad un recupero più lento dell’anno scorso, rispetto al calo registrato al culmine della pandemia da covid 19. Il tutto in un quadro di profonda incertezza, sul quale hanno inciso l’aumento dell’inflazione e i costi di produzione.
È questo lo scenario che emerge dall’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia sull’andamento della economia della Basilicata, che è stato presentato, ieri a Potenza, dal direttore delle filiale di Potenza di Palazzo Koch, Gennaro Sansone, dal suo vice Paolo Lucchese, dal responsabile dell’ufficio analisi e ricerca economica della sede di Bari, Maurizio Lozzi, e dal coordinatore del rapporto, Vincenzo Mariani. Alla base del rallentamento dell’economia lucana Banca d’Italia ha individuato «l’aumento dell’inflazione e dei costi di produzione che si è avviato nel corso del 2021».
LE INDUSTRIE
«Nei primi tre trimestri di quest’anno – si legge nella sintesi distribuita ieri mattina – l’attività industriale ha registrato una dinamica nel complesso positiva, benché meno accentuata rispetto all’anno scorso».
Critica la situazione del comparto degli autoveicoli, con lo stabilimento Stellantis di Melfi che ha continuato a risentire delle difficoltà negli approvvigionamenti, che si sono riflesse in un calo delle vendite interne ed estere.
Con un riflesso significativo sul dato complessivo dell’export lucano, rappresentato per i suoi due terzi proprio dalle auto prodotte a San Nicola, che «a prezzi costanti», secondo le elaborazioni di Banca d’Italia, restituirebbe una dinamica «lievemente negativa». Un dato in evidente controtendenza rispetto al Mezzogiorno tutto, che a livello di esportazioni ha fatto registrare un +32,4%, e al +22,5% delle esportazioni a livello nazionale.
«Le tensioni sulle catene di fornitura – si legge ancora nel rapporto – si sono palesate anche nelle imprese di altri comparti, che hanno segnalato diffusi aumenti dei prezzi di materie prime e semilavorati e una frequente indisponibilità di alcuni input produttivi. I rincari dei beni energetici hanno di contro sostenuto il valore della produzione dell’industria estrattiva, particolarmente rilevante in regione».
Rispetto a quest’ultimo comparto, ad ogni modo, c’è da considerare anche un aumento della produzione di gas del 13,1% nei primi sei mesi del 2022, rispetto al 2021, mentre è lievemente calata (-2,4%) quella del petrolio. «Gli investimenti delle imprese industriali – proseguono gli analisti della filiale lucana di Palazzo Koch – sono cresciuti più di quanto dalle stesse previsto a inizio anno e potranno in prospettiva trarre beneficio dagli incentivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)».
«L’andamento degli investimenti potrebbe aumentare». Ha confermato il direttore della filiale potentina di Banca d’Italia, Sansone. «I 730 milioni destinati alla Regione Basilicata se pienamente utilizzati nei tempi previsti potrebbero indurre una crescita della spesa degli enti di oltre il 50% rispetto alla media del periodo 2014-2019».
L’EDILIZIA
Banca d’Italia si è soffermata a lungo sull’incremento delle attività nel settore delle costruzioni, nonostante «un significativo aumento dei costi di produzione». Incremento sostenuto dall’attività nel comparto delle opere pubbliche, ma soprattutto dalle agevolazioni fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio come il Superbonus 110, in relazione al quale sono state registrate «3.400» asseverazioni, pari a più del triplo dello scorso anno.
I SERVIZI
«La ripresa – scrive ancora Banca d’Italia – si è confermata pure nel settore terziario, in particolare nel turismo: nei primi otto mesi di quest’anno le presenze sono cresciute intensamente (+23,9%), soprattutto nella componente estera, ma rimangono inferiori rispetto al periodo pre-pandemico».
REDDITIVITÀ E PRESTITI
Banca d’Italia segnala, ancora, come gli aumenti dei costi di produzione abbiano inciso sulla redditività delle imprese e «arrestato la crescita della liquidità, molto intensa nello scorso biennio». «La dinamica dei prestiti bancari – si evidenzia nella relazione – è rimasta moderatamente espansiva nei primi mesi di quest’anno, sospinta dai finanziamenti destinati all’operatività corrente. La domanda di credito da parte delle imprese potrebbe tuttavia risentire dell’aumento del costo dei finanziamenti che si è registrato nei mesi più recenti».
L’OCCUPAZIONE
Il rapporto appena pubblicato segnala come il rallentamento della crescita delle attività abbia avuto «conseguenze modeste sull’occupazione, che è risultata sostanzialmente stabile nei primi mesi di quest’anno dopo la ripresa del 2021». Un andamento, quest’ultimo, «sostenuto dall’occupazione alle dipendenze, mentre quella autonoma ha continuato a contrarsi».
«Anche la dinamica delle assunzioni nei primi otto mesi del 2022 – si legge – è stata meno marcata nel confronto con lo scorso anno, soprattutto nei mesi estivi, quando sono emersi segnali di ulteriore rallentamento». Quanto al ricorso agli ammortizzatori sociali, si segnala la diminuzione degli accessi alla cassa integrazione, «con la rilevante eccezione del comparto dei mezzi di trasporto». Ad ogni modo «le ore autorizzate rimangono, tuttavia, di molto superiori rispetto ai livelli precedenti la pandemia».
LE FAMIGLIE
«Per i consumi delle famiglie, dopo la forte crescita del 2021, è previsto nel 2022 un rallentamento, dovuto, oltre che alla debolezza della dinamica occupazionale, all’incremento dell’inflazione». Così prosegue il rapporto sull’economia della Basilicata.
«Gli aumenti dei prezzi, registrati dalla seconda metà del 2021 e intensificatisi dopo l’invasione russa dell’Ucraina, penalizzano soprattutto i nuclei familiari meno abbienti che destinano a questi beni una quota maggiore della propria spesa. Le conseguenze dei rincari sui bilanci familiari sono state mitigate dalle misure introdotte dal Governo a partire dal 2021; a queste dovrebbe affiancarsi un rilevante contributo della Regione per ridurre la spesa delle famiglie relativa al gas, finanziato attraverso le compensazioni ambientali relative alle attività estrattive».
MUTUI E PRESTITI BANCARI
Un ultimo capitolo del rapporto di Banca d’Italia è dedicato all’andamento dei finanziamenti alle famiglie che «si è rafforzato, sostenuto dall’accelerazione del credito al consumo e dei mutui, che hanno beneficiato dell’aumento delle transazioni immobiliari». Anche il complesso dei prestiti bancari al settore privato non finanziario è cresciuto, nei primi otto mesi dell’anno «con un’intensità di poco superiore a quella di fine 2021».
Quanto alla qualità del credito, Banca d’Italia la definisce «elevata nel confronto storico», esclude «segnali di peggioramento nella prima metà del 2022 tra le imprese», e sottolinea un lieve miglioramento tra le famiglie.
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