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Secondo l’Istat un adulto di età compresa tra i 18 e i 59 anni che vive nel Mezzogiorno è considerato in povertà assoluta se sostiene una spesa mensile pari o inferiore a 560-600 euro. In Basilicata un abitante su 5 risulta in povertà. Nel triennio 2021-2023 il fondo nazionale per il contrasto alla povertà ha destinato alla Basilicata in totale 13,8 milioni, tuttavia le risorse sono in calo: 5,2 milioni nel 2021, 4,9 milioni nel 2022 e 3,7 milioni nel 2023.
In Italia ci sono 6 milioni di poveri alimentari pari al 10 per cento della popolazione italiana. In Basilicata 71 mila poveri non possono permettersi un pasto con una componente proteica ogni due giorni, pari al 13 per cento (povertà alimentare). Il 4 per cento delle famiglie lucane è a rischio impoverimento per spese mediche, al Nord sono l’1 per cento (povertà sanitaria). 21,5 posti nido ogni 100 bambini di 0-2 anni in Basilicata nel 2020 contro una media nazionale di 27,2 (povertà educativa).
Persistono forti divari territoriali anche per quanto riguarda le retribuzioni. Retribuzione globale annua (2021) Italia: 30 mila euro, Lombardia: 32.462 euro Mezzogiorno: 26.300 euro, Basilicata: 24.940 euro (ultima) Su questo dato incidono diversi fattori, come la dimensione delle aziende, i profili professionali e le specializzazioni, il tasso di lavoro sommerso e il livello di istruzione.
Secondo il segretario Vincenzo Cavallo: «In occasione della Giornata mondiale per il contrasto alla povertà è utile sottolineare che parliamo di un fenomeno a più dimensioni (alimentare, sanitaria, educativa) che necessita pertanto di un approccio multidimensionale.
Allo stesso tempo va affrontato il problema del lavoro povero innalzando salari e tutele attraverso lo strumento della contrattazione. Un obiettivo che si può raggiungere più agevolmente con la proposta della Cisl sulla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese».
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