Giorgia Calamita
2 minuti per la letturaLa segretaria della Fiom Cgil Basilicata, in queste giornate di caldo eccezionale, invita i dipendenti a segnalare gli abusi e sottolinea come non lavorare sia un diritto quando le condizioni di salute e sicurezza sono a rischio
POTENZA – L’ondata di caldo asfissiante che tiene in una morsa la Basilicata come le altre regioni italiane interessa anche (e molto) gli ambienti di lavoro e la salute di chi deve passarci ore e ore: lo ricorda in un comunicato stampa diffuso ieri Giorgia Calamita, segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, sottolineando quanto il lavoratore abbia diritto ad astenersi dal lavorare se il caldo è eccessivo.
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Dice Calamita: «L’arrivo del caldo è un problema serio per le lavoratrici e i lavoratori perché è a rischio la loro salute e sicurezza. Nelle fabbriche dove non c’è il raffrescamento il microclima all’interno degli stabilimenti raggiunge temperature altissime anche di 40 gradi. Dopo il caso di Stellantis a Melfi stiamo ricevendo moltissime segnalazioni da parte di diversi stabilimenti presenti sul territorio regionale».
«Per questo motivo – aggiunge – invitiamo i lavoratori e le lavoratrici, qualora non fossero garantite le condizione di salute e sicurezza, a rivolgersi sempre ai delegati sindacali per sostenere tutte le iniziative che insieme si definiranno per rendere i luoghi di lavoro sicuri, ricordando che, a fronte del rischio salute e sicurezza è prevista l’astensione dal lavoro, così come recita la legge in materia, senza alcuna perdita salariale».
Il sindacato si è impegnato a fare il possibile per aiutare i lavoratori e in particolare quelli del proprio settore: «La Fiom Cgil – si legge nella nota – con i propri delegati e gli Rls di tutte le aziende metalmeccaniche, stanno mettendo in atto diverse iniziative per evitare che i lavoratori possano incorrere in gravi malori dovuti ai colpi di caldo. Gli accordi che stiamo promuovendo in molte aziende metalmeccaniche della Basilicata prevedono la riduzione dei ritmi di lavoro inserendo ulteriori pause, la fornitura gratuita di acqua e sali minerali e la riorganizzazione dei turni in base alle ore di punta del caldo».
«È inoltre necessario intervenire in modo strutturale – prosegue – con impianti di raffrescamento in grado di garantire una temperatura adeguata così come prevede la norma di legge sui luoghi di lavoro in materia di microclima. Chiediamo anche che la temperatura in fabbrica possa essere visibile a tutti i lavoratori con l’installazione di termometri all’ interno delle unità produttive. Il confronto con le aziende è fondamentale per trovare soluzioni e creare le condizioni per tutelare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro in questo periodo di caldo esagerato. Qualora dovessimo trovarci in violazione delle norme che regolano la tutela della salute degli operai che lavorano in fabbrica, non esiteremo a segnalare i casi specifici agli organi competenti», conclude Calamita.
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