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POTENZA – Sono scattate ieri mattina le prime sospensioni dal lavoro per operatori sanitari no vax lucani. A farsene carico è stata l’Azienda sanitaria di Matera, che ha spiccato 9 provvedimenti distinti per 9 dei suoi 2.300 dipendenti, in massima parte infermieri. Ma entro la fine della settimana l’Azienda sanitaria di Potenza sarebbe pronta a fare altrettanto con 16 dei suoi 2.900 lavoratori. Inclusi alcuni medici. E a seguire verranno ultimate le verifiche sul personale dell’azienda ospedaliera San Carlo, del Crob di Rionero, medici di famiglia, pediatri, guardie mediche, personale delle strutture sanitarie convenzionate. Per un totale complessivo di oltre 13mila persone in Basilicata.
Alla base dei provvedimenti appena adottati dalla commissaria Sabrina Pulvirenti c’è il decreto del 1 aprile che ha introdotto: «l’obbligo di vaccinazione per la prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2 per le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie». Prevedendo, per gli inadempienti: «la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio».
Nelle scorse settimane quindi, dopo una ricognizione di quanti non si erano sottoposti alla vaccinazione, dall’Asm erano partiti avvisi per ognuno di loro in cui venivano invitati mettersi in regola. Quindi un secondo avviso con l’invito a vaccinarsi «entro 5 giorni». Infine un sollecito con l’avvertimento che in assenza di riscontri positivi si sarebbe avviato l’iter per la sospensione. Quindi ancora la comunicazione dell’avvio dell’iter della sospensione, che si è appena concluso.
Ai vertici dell’Asm avrebbero esplorato la possibilità di evitare il peggio, sfruttando la possibilità prevista dal decreto del 1 aprile di adibire, in alternativa, il lavoratore: a «mansioni, anche inferiori, diverse da quelle … che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars-Cov-2 … e che, comunque, non implicano rischi di diffusione del contagio da Sars-Cov-2».
Ma dal medico del lavoro aziendale oltre che dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione della stessa Asm sarebbe arrivato un parere negativo al riguardo.
«Hanno comunicato che presso questa azienda sanitaria – riferiscono i provvedimenti appena adottati – non “esistono ambienti di lavoro che possano garantire le seguenti condizioni: nessuna esposizione del lavoratore al riscio biologico; assenza di contatti interpersonali; impossibilità di diffusione del contagio”».
La sospensione dal lavoro dei sanitari resterà efficace, a meno di sorprese: «fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il termine stabilito dai vari provvedimenti normativi emanati».
Dai vertici Asm è stata data disposizione anche per informare l’ordine di appartenenza del personale coinvolto, che per legge andrebbe sospeso più in generale dall’esercizio della professione.
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