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MATERA – E’ del 75% – cioè 147 farmacie su 220, di cui 101 della provincia di Potenza e 46 di quella di Matera – l’adesione delle farmacie lucane alla somministrazione del vaccino antiCovid. Una media decisamente più alta rispetto a quella nazionale dove sono 10.400 farmacie ad aver aderito, su un totale di circa 18.000 associate, pari a circa il 60 per cento. A queste si aggiungono circa 600 farmacie comunali per un totale complessivo di 11.000 farmacie.
Numeri che portano ad una proiezione di Federfarma naziona che stima come «ognuna delle circa 11.000 farmacie che hanno aderito alla campagna vaccinale sarà in grado di somministrare, mediamente, tra i 15 e i 20 vaccini al giorno; ciò grazie alla presenza di 25.000 professionisti opportunamente formati attraverso l’apposito corso organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità». Una proiezione che applicata alle 147 farmacie lucane porterebbe i numeri quotidiani di vaccinazioni in farmacia tra i 2205 e i 2940.
Ma il presidente di Federfarma Antonio Guerricchio risulta molto più prudente. «Io credo che al momento sia ragionevole considerare 5-600 vaccinazioni che potranno essere garantite dalle farmacie in media anche perchè i numeri nazionali fanno una stima che varia evidentemente in base alle diverse realtà. I numeri delle nostre farmacie potrebbero essere più bassi ma credo che sui 500-600 possano essere confermati». Insomma una sorta di stima minima senza eccessi da parte di Federfarma che comunque costituirebbe un contributo importante per la realtà lucana e che una volta a regime potrebbe subire anche delle proiezioni al rialzo.
Quanto alla formazione Guerricchio spiega: «ci sono alcuni professionisti che hanno già effettuato il corso ed altri che stanno aspettando quello che verrà fatto dopo il 12 aprile dall’istituto superiore di sanità». Il problema rimane la Regione Basilicata e le scelte che intende compiere che richiederanno non solo una deliberazione di recepimento del protocollo nazionale ma anche una serie di elementi integrativi e di regolamentazione che dovranno essere discussi e condivisi con gli stessi farmacisti.
«Ci sono una serie di elementi che vanno chiariti, ci sono una serie di obblighi per dare questo servizio che le farmacie devono sobbarcarsi e che vanno quindi compensati anche con scelte regionali. Il rispetto di una serie di protocolli, di formazione, di materiali, di personale vaccinatore richiede uno sforzo di non poco conto. Una volta definita questa parte e recepito l’accordo quadro nazionale si potrà partire».
Nell’accordo bisognerà anche definire ad esempio a quali utenti le farmacie dovranno di volta in volta rivolgersi come utenti. Numeri alla mano di fatto anche per la “piccola” Basilicata l’ausilio dei farmacisti potrebbe diventare fondamentale per raggiungere quell’obiettivo ambizioso delle 5000 vaccinazioni giornaliere che potrebbe consentire di accelerare il passo e completare l’opera in pochi mesi.
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